CATANZARO «Molteplici profili di criticità» nella gestione delle aziende sanitarie in Calabria, Nella relazione per l’inaugurazione dell’anno giudiziario 2024, la Corte dei Conti si sofferma, tra le altre cose, sulla situazione sanitaria della Regione Calabria, mettendo in luce alcune lacune gestionali da parte delle Asp. Anzitutto, secondo la magistratura contabile, «permane anche per l’esercizio 2022 la grave anomalia, già segnalata più volte in passato, per cui a fronte del rispetto formale delle prescrizioni di cui all’art. 3 comma 7 del dl 35/2013 (trasferimento alle aziende del 100% delle risorse), il trend delle somme rimanenti in Gsa (Gestione sanitaria accentrata) è in crescita con un incremento rispetto al 2021 del 35%; fenomeno questo che suscita serie perplessità in una regione in cui gli indicatori Lea non raggiungono i valori di riferimento». La Corte dei Conti nazionale ricorda che «la sezione territoriale calabrese ha inoltre condotto specifici approfondimenti su varie tematiche di interesse sanitario; in particolare: sulla gestione del rischio clinico, attesa la rilevanza dallo stesso esplicata ai fini della copertura assicurativa e del contenimento e gestione del contenzioso; è emerso che tutti gli enti del Sistema sanitario regionale (Ssr) risultano in regime di “auto-ritenzione del rischio” (circostanza suscettibile di incidere sugli equilibri delle aziende, costrette ad operare idonei accantonamenti) in attesa che venga espletata la nuova gara ad opera della regione per l’individuazione della compagnia assicurativa sulla gestione dell’intramoenia, con emersione di casi di attività intramuraria “allargata” ovvero svolta presso gli studi privati e criticità nella gestione del sistema di rilevazione delle presenze, soprattutto per l’Alpi allargata».
Altri aspetti segnalati dalla Corte dei Conti sulla base dell’istruttoria della sezione calabrese: «Sul sistema delle autorizzazioni e accreditamenti, che ha mostrato criticità sotto il profilo della gestione delle verifiche da espletare nei casi di volture affidate ad un sistema di autocertificazione; sui Lea (livelli essenziali di assistenza) per i quali, nel periodo 2017-2021, la Regione Calabria ha denotato risultati al di sotto dei 60 punti, quale soglia di sufficienza; sulla gestione dei “fondi Covid-19” erogati dallo Stato, solo in parte trasferiti alle Aziende, a causa del mancato sostenimento della spesa o della mancata rendicontazione alla Regione Calabria di alcune spese sostenute». Quanto alla gestione del patrimonio immobiliare degli enti del Ssr, per la Corte dei Conti le verifiche hanno rilevato «criticità quali i) terreni e fabbricati già usucapiti o per i quali risulta pendente un giudizio; ii) immobili non censiti in catasto; iii) occupazione abusiva da parte di terzi; iv) mancato utilizzo degli immobili; v) immobili abbandonati; vi) mancati rinnovi contrattuali; vii) bassa riscossione dei canoni dovuti e inadeguatezza degli stessi rispetto al loro valore. Infine sulle attrezzature mediche e l’edilizia sanitaria – si legge nella relazione dei giudici contabili – «è emersa la necessità di procedere a modernizzazione e a potenziamento». (c. a.)
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