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La Sardegna e la forza della ragione

Il centrosinistra ha conquistato per pochi voti la Regione Sardegna, anche in virtù del voto disgiunto, considerando che il centrodestra ha preso molti più voti di lista.Schlein, che prima delle e…

Pubblicato il: 25/02/2024 – 12:28
di Mario Campanella*
La Sardegna e la forza della ragione

Il centrosinistra ha conquistato per pochi voti la Regione Sardegna, anche in virtù del voto disgiunto, considerando che il centrodestra ha preso molti più voti di lista.
Schlein, che prima delle elezioni aveva parlato di fatto locale, ha dato un’interpretazione entusiastica del risultato. Tutto legittimo, ci mancherebbe. Legittimo esultare per una vittoria e chiedersi il perché di una sconfitta.
Giorgia Meloni è indubbiamente autorevole e capace. Ha le qualità del leader e non le mancano altri elementi importanti per condurre un’azione di governo che oggi è sempre difficile.
Dare alle elezioni regionali sarde un significato rivoluzionario sarebbe distopico ma chiaramente è sempre meglio non sottovalutare nessun segnale elettorale.
A breve ci saranno le regionali in Basilicata e Abruzzo e poi le elezioni europee che saranno uno spartiacque importante per poter capire orientamenti e umore collettivo.
Seppure sostanzialmente i due poli siano sempre divisi da pochi punti a livello nazionale c’è un discrimine che fa la differenza. PD e Cinquestelle non sembrano in grado allo stato di poter offrire una politica comune sui temi economici, esteri, sulla giustizia e su altri punti cruciali.
Il centrodestra deve usare la forza della ragione per poter trasformare la sconfitta sarda come occasione preziosa di autoanalisi e di riflessione.
È fisiologico dover affrontare a volte il prezzo dell’azione di governo e le difficoltà connesse.
Fratelli d’Italia presumibilmente schiererà la premier alle prossime elezioni e sarebbe una scelta del tutto condivisibile. Il valore aggiunto in grado di portare è troppo importante per essere disperso.
I partiti alleati hanno una conformazione diversa. Forza Italia sta dimostrando di poter sopravvivere a Berlusconi e intercettare un’area di consenso che segna la terra di mezzo moderata. La Lega deve probabilmente ritrovare l’entusiasmo e le sue vocazioni federali per valorizzare al meglio il suo elettorato.
Proprio la natura proporzionale delle europee mette in campo fibrillazioni fisiologiche poiché ognuno deve lavorare per sé e la competizione diventa naturale.
Il centrodestra continua a governare 15 Regioni su 20. Delle cinque ad appannaggio del centrosinistra una, la Campania, è più padronale che politica.
In democrazia è fisiologico anche perdere alcune elezioni interlocutorie ma da qui a parlare di remuntada ce ne vuole.
Piuttosto, sarà interessante saper cogliere i segnali di disagio con la forza della ragione. Chiedere un’azione politica incisiva, raccogliere la sfida del consenso attraverso le organizzazioni giovanili, aprire una discussione proficua con la CISL, che propone il tema della partecipazione dei lavoratori nelle aziende e che andrebbe raccolta in pieno.
Meloni rimane la donna in più, il giocatore estroso che risolve le partite ma che deve avere una squadra adeguata anche in periferia.
Forse questo piccolo campanello d’allarme sarà più utile di una vittoria.

*giornalista

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