COSENZA «L’ultimo amico va via», cantava Franco Califano. La canzone del Califfo fa da sottofondo alla marcia silenziosa di mister Fabio Caserta. Lo immagino imbronciato con il muso lungo nascosto dalla folta barba, raccogliere le sue cose e salutare tutti prima di lasciare il San Vito-Marulla. L’ultima volta, nel match pareggiato contro il Cittadella, una bordata di fischi ha accompagnato il suo ritorno negli spogliatoi. L’ultima doccia, le chiacchiere (poche) in sala stampa con i giornalisti e quello sguardo perso nel vuoto di chi forse immaginava il triste epilogo. Ieri, la notizia dell’esonero del tecnico reggino e del ritorno con tanto di sorrisi di William Viali, che da Cosenza era andato via accompagnato dagli applausi e dai cori dei tifosi contenti dopo l’insperata salvezza raggiunta nella scorsa stagione.
Quella partita di Coppa Italia in casa contro il Sassuolo aveva illuso tutti, anche il sottoscritto. Il Cosenza aveva letteralmente preso a pallonate Pinamonti e compagni. Dionisi era uscito con le ossa rotte dal Marulla, sorpreso dal gioco di Caserta. “Sembrava Possibile” immaginare un campionato diverso, un gioco lontano dalla filosofia catenacciara e anni ’90 di allenatori restii a digerire le evoluzioni del fùtbol. Fabio Caserta è stato esonerato, pagando un filotto negativo di risultati, sull’onda di un malcontento figlio del doppio ko con il Catanzaro. Ho difeso il tecnico di Melito Porto Salvo, l’ho fatto perché ad inizio campionato il suo gioco mi ha convinto, perché ha idee diverse dagli scalcinati seguaci della filosofia Mouriniana, perché – e questo nessuno potrà mai negarlo – ha la totale fiducia dei giocatori. Per informazioni chiedere a Tutino, Marras e compagni che – da quanto si è appreso – alla notizia della cacciata dell’ormai ex allenatore dei rossoblù avrebbero chiesto lumi al Ds Gemmi e al presidente Guarascio, sorpresi da una decisione giunta a poche ore dall’inizio dell’allenamento. Il segnale è chiaro, e se la reazione dei “senatori” è un primo indizio, qualche minuto dopo arriva la prova. Decine i post dei calciatori che ringraziano sulle loro pagine social il tecnico cacciato, dal giovane Baldovino Cimino lanciato proprio da Caserta in una difesa incerottata e ricostruita nel mercato di gennaio a Mateusz Praszelik, centrocampista box to box rinato con l’allenatore reggino dopo una stagione – la scorsa – con molte ombre e poche luci. Accanto al biondo polacco ha trovato spazio e minuti Federico Zuccon, altro giovane sul quale Caserta ha puntato sin dai primi match. E l’elenco è lungo, se si pensa ai netti miglioramenti di Venturi, al nuovo ruolo di Idriz Voca quasi mai titolare in passato e con addosso l’etichetta di medianaccio vecchia scuola e trasformato in tuttocampista bravo ad inserirsi negli spazi e prezioso equilibratore in una formazione spesso sbilanciata in avanti. A proposito dell’attacco, se da una parte è giusto sottolineare le difficoltà di Forte, pupillo di Caserta, dall’altra è giusto ricordare agli smemorati come questa – almeno fino ad oggi – sia la migliore stagione di Gennaro Tutino. Vero leader della squadra e tra i più pugnacei difensori del credo Casertiano. Meritano evidentemente un cenno, Mazzocchi e Marras altri due totem rossoblù mentre forse si poteva e doveva lavorare di più su Crespi. Brilla di luce propria e cristallino talento Mirko Antonucci, arrivato solo da qualche settimana in riva al Crati. L’allenatore ha inciso poco o nulla, dirà qualcuno ma da intelligente e sapiente guida, Caserta ha chiesto al 25enne romano di indossare la maglia e salvo un paio di indicazioni ha consigliato di trovarsi la migliore posizione in campo. Detto, fatto. In poche partite, Antonucci si è liberato del broncio dei mesi scorsi ed è tornato a disegnare calcio. Toccherà a William Viali, che in estate aveva rifiutato di rimanere a Cosenza dopo averlo miracolosamente salvato da una retrocessione quasi scontata, riannodare i fili di un discorso interrotto, restituire il sorriso ad una piazza imbronciata e convincere i calciatori che una scossa era davvero necessaria.
La società dovrà chiarire gli obiettivi stagionali. Il club si è assunto la responsabilità di mandare via il tecnico, tutto lecito. Il patron ci mette i danari e nessuno può opporsi, tranne gli stessi calciatori che non hanno mai nascosto la stima nei confronti del loro ex allenatore. E dunque, pare lecito chiedere e chiedersi, se l‘esonero di Caserta arriva perché si vuole puntare ancora più in alto, ai playoff, e quindi si reputa l’allenatore reggino non più in grado di raggiungere la zona alta della classifica (distante solo 3 punti)? Oppure la salvezza tranquilla resta il vero obiettivo? Domande alle quali, probabilmente anzi sicuramente, risponderanno il presidente Eugenio Guarascio o il direttore sportivo Roberto Gemmi, attesi in conferenza stampa.
(f.benincasa@corrierecal.it)
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