MOSCA Con quasi la totalità delle schede scrutinate, Vladimir Putin risulta il vincitore delle elezioni con l’87,29% dei voti, il risultato più alto ottenuto da un presidente eletto nella storia della Russia. Lo ha reso noto la Commissione elettorale centrale, citata da Interfax. L’affluenza è stata del 77,44%, il massimo registrato nella storia moderna del Paese.
Un risultato, ha sottolineato il portavoce del Cremlino Dmitri Peskov, «unico», che dimostra «il consolidamento» del sostegno del Paese per il cammino scelto da lui. Il Cremlino giudica «assurdi» i giudizi dei Paesi occidentali che hanno definito «illegittime» le presidenziali in Russia. «Chi parla di illegittimità parla di illegittimità di quell’87% di voti dati dalla popolazione al presidente Putin, e questo è assurdo», ha detto Peskov.
La Cina ha espresso le sue congratulazioni a Putin per la sua vittoria alle elezioni presidenziali. «La Cina esprime le sue congratulazioni su questo», ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Lin Jian, alla richiesta di un commento nel corso del briefing quotidiano. «Cina e Russia sono i rispettivi vicini più grandi e sono partner strategici e cooperativi nella nuova era», ha aggiunto Lin. «Crediamo fermamente che sotto la guida strategica del presidente Xi Jinping e del presidente Putin, le relazioni Cina-Russia continueranno ad andare avanti», ha aggiunto Lin, ricordando che quest’anno ricorre il 75/mo anniversario dell’avvio delle relazioni diplomatiche bilaterali.
«I due capi di Stato continueranno a mantenere stretti scambi, guideranno i due Paesi per continuare a sostenere un’amicizia di buon vicinato di lunga data, per approfondire il coordinamento strategico globale e per promuovere il continuo sviluppo delle relazioni bilaterali nella nuova era», ha proseguito il portavoce. Lin Jian, nel ruolo di vicedirettore generale del Dipartimento di stampa, comunicazione e diplomazia pubblica del ministero degli Esteri cinese, è diventato un nuovo portavoce del ministero e ha tenuto oggi il suo primo briefing.
Xi ha quindi inviato di persona un messaggio di congratulazioni a Putin, sottolineando al suo omologo russo che la rielezione alla presidenza «riflette pienamente il sostegno del popolo russo». Xi, secondo il resoconto del network statale Cctv, ha aggiunto che «negli ultimi anni, il popolo russo si è unito per superare le sfide. Credo che sotto la tua guida la Russia sarà in grado di raggiungere maggiori risultati nello sviluppo e nella costruzione nazionale».
Il presidente iraniano Ebrahim Raissi si è congratulato a sua volta con Putin per la «decisiva» vittoria alle elezioni presidenziali. «Il presidente della Repubblica islamica dell’Iran si è sinceramente congratulato con Vladimir Putin per la sua solida vittoria e la sua rielezione a presidente della Federazione russa», ha riferito l’agenzia di stampa ufficiale Irna.
A Putin sono arrivate anche le congratulazioni del leader nordcoreano Kim Jong-un, attraverso un telegramma consegnato dall’ambasciatore della Corea del Nord a Mosca. Anche Cuba e il Tagikistan si sono congratulati con il presidente russo. «Ci congratuliamo sinceramente con il presidente Vladimir Putin per la rielezione. Ciò testimonia il riconoscimento della sua leadership da parte del popolo russo. Continueremo a rafforzare i legami tra Cuba e Russia nei settori legati al benessere dei nostri popoli», ha scritto il ministro degli Esteri cubano, Bruno Rodriguez Parrilla, sul social network X. Il presidente della Bolivia Luis Arce ha agfgiunto le sue congratulazioni a quelle di altri leader mondiali.
Il presidente del Tagikistan, Emomali Rakhmon, ha inviato un telegramma di congratulazioni a Putin: «Mi congratulo cordialmente per la vittoria alle elezioni presidenziali. I risultati delle passate votazioni sono un’altra prova vivida della vostra alta autorità politica e dell’ampio sostegno da parte della società russa al vostro percorso statale volto a garantire uno sviluppo socioeconomico sostenibile del Paese e rafforzamento delle sue posizioni internazionali».
La Francia ha condannato oggi che «le condizioni di un’elezione libera, pluralista e democratica» non siano «di nuovo» state rispettate in Russia ieri per la rielezione del presidente Vladimir Putin. Il ministero degli Esteri ha reso omaggio «al coraggio di numerosi cittadini russi che hanno manifestato pacificamente la loro opposizione a questa violazione dei loro diritti politici fondamentali».
Il Regno Unito non ha riconosciuto il risultato delle elezioni presidenziali in Russia, con la riconferma di Vladimir Putin alla guida del Paese, in quanto sono avvenute in violazione dei principi della democrazia. Lo ha affermato il ministro degli Esteri David Cameron in un comunicato diffuso dal Foreign Office. «Queste elezioni russe sottolineano chiaramente la profondità della repressione sotto il regime del presidente Putin, che cerca di mettere a tacere qualsiasi opposizione alla sua guerra illegale», ha dichiarato Cameron, riferendosi al conflitto in Ucraina. E ancora: «Putin rimuove i suoi avversari politici, controlla i media e poi si incorona vincitore. Questa non è democrazia». Il responsabile del Foreign Office ha fatto riferimento anche alla morte dell’oppositore Alexei Navalny, avvenuta poche settimane prima del voto, definendola «un promemoria della gravità della repressione politica» in Russia. Infine ha invocato la liberazione immediata di tutti i prigionieri politici, incluso Vladimir Kara-Murza, che ha anche la cittadinanza britannica oltre a quella russa.
Il Presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier non intende inviare congratulazioni a quello russo Vladimir Putin per la sua rielezione: «Non ci sarà nessuna lettera a Putin», ha dichiarato ieri sera la portavoce presidenziale tedesca, Cerstin Gammelin, come riporta l’agenzia Dpa. «Oggi penso alle persone che in Russia lottano per la libertà e la democrazia e che vivono in costante pericolo a causa del regime di Putin. Non dimenticheremo queste persone coraggiose», ha scritto su X il presidente tedesco.
«Le elezioni in Russia non sono state né libere né giuste, si sono basate sulla repressione e sulle intimidazioni». Lo ha detto l’alto rappresentante Ue Josep Borrell. «Si sono poi tenute anche sul territorio ucraino violandone la sovranità». «Le autorità russe hanno continuato ad aumentare la repressione interna sistematica, reprimendo i politici dell’opposizione, le organizzazioni della società civile, i media indipendenti e altre voci critiche con l’uso di una legislazione repressiva e di pene detentive politicamente motivate», si legge poi nella dichiarazione diffusa da Borrell a nome dell’Ue. «La scioccante morte del politico dell’opposizione Alexei Navalny nel periodo precedente alle elezioni è un altro segno dell’accelerazione della repressione sistematica. Le elezioni si sono svolte in uno spazio politico sempre più ristretto, che ha portato a un allarmante aumento delle violazioni dei diritti civili e politici e ha precluso la possibilità di candidarsi a molti candidati, compresi quelli che si oppongono alla guerra di aggressione illegale della Russia, privando gli elettori russi di una vera scelta e limitando fortemente il loro accesso a informazioni accurate. L’Unione Europea continuerà a sostenere l’importante lavoro delle organizzazioni della società civile russa, dei difensori dei diritti umani e dei media indipendenti». «L’Unione Europea – si legge ancora – si rammarica della decisione delle autorità russe di non invitare gli osservatori dell’Osce/Odihr alle elezioni. Ciò è contrario agli impegni assunti dalla Russia con l’Osce e ha negato agli elettori e alle istituzioni russe una valutazione imparziale e indipendente di queste elezioni. Inoltre l’Unione Europea condanna fermamente lo svolgimento illegale delle cosiddette “elezioni” nei territori dell’Ucraina che la Russia ha temporaneamente occupato. L’Unione Europea ribadisce che non riconosce e non riconoscerà mai né lo svolgimento di queste cosiddette “elezioni” nei territori dell’Ucraina né i loro risultati».
«In Russia hanno votato, ne prendiamo atto. Quando un popolo vota ha sempre ragione, le elezioni fanno sempre bene sia quando uno le vince sia quando uno le perde». Così il ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, a margine di un convegno sul trasporto pubblico locale a Milano a proposito delle elezioni in Russia, che hanno decretato la vittoria di Vladimir Putin. «Io quando le perdo – ha continuato Salvini – cerco di capire dove ho sbagliato e come fare meglio la prossima volta. Ci sono state delle elezioni, prendiamo atto del voto dei cittadini russi, sperando che il 2024 sia l’anno della pace. Mi preoccupa che qualche leader europeo parli – come se fosse naturale – di esercito, di guerre, di militari da mandare a combattere perché la terza guerra mondiale è l’ultima cosa che voglio lasciare in eredità ai miei figli, mi riferisco evidentemente a Macron».
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