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CREMA&AMAREZZA

Cosenza, segnali preoccupanti. L’ipoteca sui playoff del Catanzaro

Il momento delicato anche per il presidente Guarascio spaventa la piazza. Aquile meno affamate del solito ma con un Biasci sorprendente

Pubblicato il: 18/03/2024 – 7:46
Cosenza, segnali preoccupanti. L’ipoteca sui playoff del Catanzaro

L’ultimo turno di serie B non ha riservato grosse sorprese. Il Catanzaro a Brescia si è mostrato solido e già pronto ad affrontare i playoff (più 11 rispetto alla nona posizione in classifica). Male, malissimo il Cosenza, in crisi di risultati e con i playout che si avvicinano inesorabilmente (più due sulla quintultima, più tre sulla retrocessione diretta). La pausa di campionato arriva al momento giusto.

Cosenza, la stagione ora si complica

Un presidente coinvolto in prima persona in un’inchiesta sullo smaltimento illecito di rifiuti che lo obbliga a non muoversi da casa; un esonero inevitabile a sole nove partite dalla fine del campionato; un direttore sportivo che si mostra nervoso e diversamente lucido in un momento in cui sarebbe il caso, invece, di rassicurare l’ambiente; una sconfitta contro una avversaria diretta alla salvezza che complica maledettamente la vita a chi già si vedeva con la sua giacca gialla nei playoff.
Volendo dare un senso a tutti questi eventi verificatisi, uno dopo l’altro, la settimana scorsa, viene da pensare che la stagione del Cosenza stia prendendo una brutta piega. Inaspettatamente brutta e preoccupante. Quella che inizialmente poteva presentarsi come un’annata da vivere con meno patemi d’animo rispetto al passato, rischia seriamente di terminare male. Più che altro perché la squadra che ieri era di Caserta (sarebbe stato più sensato mandarlo via a dicembre, ma vabbè…) e oggi di Viali, da tempo appare svuotata, fragile, poco determinata e incapace di scrollarsi di dosso paure congenite di cui non si fatica a comprendere la natura. Il compito dell’allenatore di Vaprio d’Adda sarà più complicato del previsto e di un anno fa quando, nel disastro generale, ebbe comunque molto più tempo a disposizione per sbagliare, capire e rimediare. Le enormi lacune societarie di cui parliamo inutilmente dal ritorno in serie B, ancora una volta stanno facendo la differenza e come sempre i processi (non) si faranno alla fine. Da qui in avanti, come uno, due, tre e quattro anni fa, ciò che conta sarà salvare il salvabile, restando uniti, per poi, si spera, fare in estate una nuova festa da sopravvissuti che non insegnerà nulla a chi gestisce la baracca.

Crema: difficile, considerato il momento delicato, capire se Viali concederà il bis salvando la barca rossoblù dall’ennesimo naufragio annunciato, ma, quantomeno, in questa baraonda lessicale che travolge il calcio rossoblù da oltre un decennio, il suo approdo in riva al Crati ha riportato un po’ di chiarezza nella casa dei Lupi.
Viali, giovedì scorso, durante la sua (ri)presentazione alla città, ha atteso pazientemente che il ds Gemmi terminasse il suo sproloquio debole e confuso, per riprendere da dove aveva lasciato. A differenza delle sue prime parole formali e fredde in quel di Ascoli, a Cosenza è stato coinvolgente, emozionante e paraculo come solo lui sa fare. Con quel racconto sull’errore che ha commesso andando via nel giugno scorso, ha dimostrato a chi lo ha riportato al “Marulla” cosa vuol dire davvero saper comunicare ed eventualmente trascinare. È stata la sua forza principale l’anno scorso, con calciatori limitati ma affamati e con una piazza rassegnata al peggio ma ancora capace di sognare, che lo ha amato e oggi gli perdona quell’addio. Che lo pensi veramente oppure no, ha detto bene: Cosenza un anno fa lo ha esaltato, regalandogli energie vitali e salvifiche come pochi ambienti sanno fare. Non resta da augurargli che accada ancora.

Amarezza: l’anno scorso Viali salvò il Cosenza praticamente senza reparto offensivo: peggior attacco del campionato con soli 30 gol. Nasti (5 gioie personali) fu una scommessa più o meno vinta dall’allenatore dopo oltre sei mesi di lavoro. Quest’anno che in organico ci sono elementi dal curriculum ingombrante (su tutti Forte e Canotto), la squadra rossoblù sembra messa peggio del passato. L’assenza di Tutino, che ama città e colori rossoblù, ha fatto comprendere che andare in gol è praticamente impossibile. Questo a dimostrazione del fatto che senza motivazioni e un progetto societario di ampio respiro, i grandi nomi, soprattutto se ingaggiati l’ultimo giorno di mercato, spesso si rivelano tutt’altro che un valore aggiunto. (Francesco Veltri)

Aldo Florenzi in azione a Terni

Biasci non finisce più di sorprendere

Dopo il ko del Palermo conto il Venezia nell’anticipo del 30° turno, al Catanzaro sarebbe bastato un pareggio per agganciare i rosanero a quota 49 punti ma mettersi davanti a loro in classifica in virtù degli scontri diretti a favore. Detto, fatto. A Brescia la squadra di Vivarini conquista un punto che vale il quinto posto ma che soprattutto tiene a debita distanza gli uomini di Maran, attualmente ottavi e staccati di ben 10 punti. Una sorta di nuova ipoteca sui play-off per Iemmello e compagni parsi meno motivati e affamati degli avversari ma comunque capaci di un ottimo primo tempo chiuso in vantaggio grazie al gol realizzato da Biasci. Il calo nella seconda frazione, complice la reazione dei padroni di casa, porta al pari di Borrelli e ad un’ultima parte di gara di apprensione ben retta però dalle aquile. È un punto pesante, dicevamo, anche perché arriva nel giorno in cui due degli uomini più rappresentativi e solitamente decisivi, come Iemmello e Vandeputte non si vedono né brillano un granché. Il capitano parte bene ma poi si innervosisce e si perde, l’esterno belga appare ormai in ombra da qualche gara. Lecito attendersi sempre qualcosa in più da due talenti come loro. E allora, a maggior ragione, il pari del Rigamonti assume un valore decisivo per il cammino del Catanzaro che punta dritto al miglior piazzamento possibile in chiave play-off.

Crema: la bellezza e l’atipicità del nono centro stagionale di Tommaso Biasci. Tornato titolare la settimana scorsa contro la Reggiana dopo alcune gare nelle quali gli era stato preferito Ambrosino, l’attaccante toscano conferma la sua ottima vena realizzati mettendo a segno un gol solitamente non nelle sue corde, né tantomeno in quelle del Catanzaro. Cross dalla trequarti letteralmente dipinto da Petriccione in area, Biasci bravo nel movimento ad anticipare il diretto marcatore e nell’infilare di testa alle spalle di Avella.

Amarezza: quel gol preso un po’ da polli. Un cross alto sul quale Situm, Petriccione e Brighenti non provano neanche ad intervenire ma che giunge perfetto sulla testa di Borrelli sul palo opposto. Un pallone nell’area piccola sul quale non tenta l’uscita Fulignati al quale sarebbe bastato metterci un pugno per allontanarlo. Per l’attaccante bresciano un gioco da ragazzi depositare in rete. Si conferma la scarsa attitudine nelle uscite, anche in area piccola, del portiere giallorosso, mostratosi eccezionale tra i pali ma rivedibile sotto questo aspetto. (Stefania Scarfò)

La formazione iniziale del Catanzaro a Brescia

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