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Rapporti della curva nord con la ‘Ndrangheta, l’Inter in Antimafia a Milano

Sotto la lente d’ingrandimento della commissione consiliare del Comune la vicinanza con Antonio Bellocco

Pubblicato il: 19/03/2024 – 13:38
Rapporti della curva nord con la ‘Ndrangheta, l’Inter in Antimafia a Milano

COSENZA La commissione consigliare antimafia del Comune di Milano indaga sui tifosi della curva nord dell’Inter. In particolare sull’ex capo ultrà Vittorio Baiocchi, assassinato nel 2022, e su Dede Belardinelli, ucciso negli scontri che hanno preceduto la partita Inter-Napoli del dicembre 2018. Ma non è tutto. L’antimafia sta cercando di saperne di più sui rapporti tra Marco Ferdico, capo ultrà della curva nerazzurra, e Antonio Bellocco, esponente di spicco del clan ‘ndranghetista dei Bellocco di Rosarno, condannato per mafia. È quanto scrive oggi il Fatto quotidiano che evidenzia come i dirigenti dell’Inter Adriano Raffaelli (presidente dell’organizzo di vigilanza della società) e Gianluca Camerucci (senior security manager) siano stati convocati lo scorso 15 marzo dalla commissione consiliare antimafia del Comune lombardo. Il capo della curva Ferdico, che nel 2017 ha patteggiato una pena a due anni e otto mesi per spazzio, in una intervista rilasciata nei giorni scorsi, aveva confermato una sua condanna per droga. Nel 2016 è stato coinvolto nell’inchiesta “Dexter”. «A suo carico – scrive Il Fatto – un solo capo di imputazione, il 10, che recita: “Ferdico (…) in concorso con il già giudicato Francesco Lombardo acquistava da ignoti fornitori, riceveva, deteneva, custodiva e vendeva a (…) chili 1,065 di cocaina (…) che trasportava da Carugate a Brugherio, dove veniva sequestrata a carico del solo Lombardo (…). Avendo Ferdico intrattenuto rapporti telefonici con (…) necessari per stabilire modalità e tempi degli incontri avvenuti anche con (…) volti a definire l’accordo su quantità e prezzo e sul luogo della consegna”». L’Antimafia avrebbe sollevato dubbi anche sui rapporti tra la curva nerazzurra e la società, sulla gestione dei parcheggi e dei paninari durante le partite. Alcune domande ai dirigenti nerazzurri sarebbero state fatte anche su “Mi-Stadio”, società a metà tra Milan e Inter che ha la concessione comunale su tutta l’area attorno allo stadio “San Siro”. «È noto – sottolinea sempre Il Fatto – che in passato in una società di parcheggi scelta da Mi-Stadio abbia lavorato un soggetto collegato a Boiocchi, ai narcos e al boss Giuseppe Calabrò ritenuto uno dei registi degli affari mafiosi a Milano». (f.v.)

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