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Bonifica Crotone, si discute sullo smaltimento dei rifiuti. Oliverio: «Siano portati fuori dalla Calabria»

Respinta l’idea dell’ex Pertusola Sud, Eni pensa all’impianto di Columbra e alla modifica del Paur. L’ex governatore si oppone e risponde a Voce

Pubblicato il: 25/03/2024 – 20:54
di Gaetano Megna
Bonifica Crotone, si discute sullo smaltimento dei rifiuti. Oliverio: «Siano portati fuori dalla Calabria»

CROTONE «Eni deve portare i rifiuti pericolosi fuori dalla Calabria indipendentemente se ci sono discariche o un volume di discariche». Mario Oliverio, ex governatore della Calabria, ha diffuso un nuovo video sulla vicenda della bonifica nell’area industriale di Crotone con il quale replica alle accuse del sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, di non avere approvato, nel corso della sua legislatura alla guida della Regione, il fattore di pressione localizzativo areale. Secondo quanto dichiarato a questo giornale da Voce, l’approvazione del fattore di pressione localizzativo areale avrebbe garantito a Crotone di evitare la nascita di nuovi impianti per lo smaltimento dei rifiuti. Nella replica Oliverio tira fuori la deliberazione di Giunta n. 652 approvata il 21 dicembre del 2018 avente ad oggetto: “Approvazione del criterio localizzativo ‘fattore di pressione’ in attuazione della deliberazione del consiglio regionale n. 256/2017”, che successivamente ha avuto il via libera dal consiglio regionale. Con questa delibera la giunta regionale calabrese guidata da Oliverio ha approvato «il valore di pressione comunale e dei relativi livelli prescrittivi» e «il valore di pressione provinciale e dei relativi livelli prescrittivi». Sarebbe stata questa delibera, secondo l’ex presidente, ad impedire la realizzazione di altre discariche a partire da quella proposta in località Giammiglione dall’imprenditore Guglielmo Maio. Grazie a questo deliberato Maio avrebbe perso anche i ricorsi presentati al Tar Calabria contro i quali si è potuta opporre la Regione.

La discussione sul Paur

Quello che, secondo Oliverio, fa giurisprudenza nella vicenda della bonifica di Crotone è, però, l’approvazione del Paur (Provvedimento autorizzatorio unico regionale) con il quale viene sancito il principio che i rifiuti industriali di Crotone non possono essere smaltiti in nessun impianto che si trova in Calabria. I veleni di Crotone devono essere, quindi, trasportati fuori dai territori della Regione. Oggi l’Eni chiede di modificare il Paur, perché il suo progetto è quello di lasciare i rifiuti a Crotone. Il contenuto del Paur rappresenta la parte sostanziale della Conferenza dei servizi decisoria del 24 ottobre 2019. L’Eni ha già tentato di modificare il Paur, ottenendo la convocazione di una nuova conferenza dei servizi istruttoria, che si è tenuta il 9 febbraio del 2023. Anche questa Conferenza si è chiusa con la bocciatura da parte delle istituzioni locali (Regione, Comune e Provincia di Crotone) e il proposito di modificare il Paur è stato rimandato al mittente. In quel momento l’Eni pensava di ottenere l’autorizzazione di costruire una discarica di scopo nel sito industriale dell’ex Pertusola sud. Questo aveva proposto. Preso atto della nuova sconfitta, l’Eni attraverso la sua società Eni Rewind è tornata alla carica ed ha ottenuto la convocazione di una nuova Conferenza dei servizi che dovrebbe tenersi il prossimo 3 maggio.

Eni pensa all’impianto di smaltimento di Columbra

L’obiettivo è sempre quello di smaltire i veleni di Crotone in loco. Non avendo ottenuto il via libera per la costruzione di una discarica di scopo pensa di utilizzare l’impianto di smaltimento di Columbra, dove al momento della sua genesi sono state autorizzate due linee di produzione: una per rifiuti solidi urbani, che ha esaurito la disponibilità e su cui pesa anche una sentenza del Tar Calabria (il ricorso è stato presentato da associazioni e cittadini) che impedisce nuovi aumenti; l’altra sezione è stata autorizzata per lo smaltimento di rifiuti tossici e pericolosi. In questa ultima sezione, sullo spazio ancora disponibile (600.000 tonnellate?), si vorrebbero smaltire i rifiuti industriali che si otterranno con l’intervento di bonifica previsto dal Pob fase 2 (Piano operativo di bonifica). È un progetto che Oliverio e tanti cittadini di Crotone, considerano pericoloso per il futuro della città pitagorica in quanto aprirebbe spazi per smaltire altri milioni di veleni. A Crotone l’incidenza del cancro è una cosa seria. Il sindaco Voce, quindi, sostiene che con il fattore di pressione localizzativo areale questo pericolo di fare arrivare nuovi rifiuti da altri territori non ci sarebbe. Eni Rewind, dal canto suo, sostiene che non ci sono in Italia e in Europa discariche che potrebbero smaltire la quantità di rifiuti con il codice Cer, che presentano i veleni di Crotone. In verità nemmeno Crotone ha il Cer per smaltire i Tenorm con matrice di amianto. Si punta a modificare il Paur e a cambiare anche il Cer. Operazione che potrebbe anche essere estesa a tutte le discariche che operano in Italia e in Europa. Se si cambia a Crotone perché non fare la stessa operazione per impianti che si trovano in altre regioni? Evidentemente sono altre le questioni che spingono l’Eni a volere smaltire i rifiuti a Crotone. Risparmio economico consistente?

Il sindaco favorevole «ma con dei limiti»

Oliverio insiste a chiedere il rispetto dell’accordo sottoscritto nella Conferenza decisoria per salvaguardare i cittadini di Crotone e della Calabria. Ricorda che a quell’accordo si è arrivati dopo un confronto serrato durato tre anni. «Il vincolo è stato frutto di una posizione forte di  Regione, Comune e Provincia». Nelle dichiarazioni rilasciate da Voce a questo giornale, il sindaco ha detto di essere favorevole a smaltire i rifiuti nella discarica di Columbra a condizione che si pongono limiti. Il suo parere sarebbe riconducibile al fatto così si impedirebbe di fare arrivare a Columbra «schifezze provenienti da altre zone». A questo proposito Oliverio ha replicato: «Non so a che cosa si riferisce Voce, ma se ci sono schifezze che si portano a Columbra non corrispondenti ai codici autorizzati, bisognerebbe scrivere alle autorità giudiziarie». (redazione@corrierecal.it)

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