COSENZA «Qual è l’infrastruttura delle infrastrutture nel dibattito nazionale ma anche soprattutto calabrese? Il Ponte sullo Stretto che il ministro Salvini vuole completare nelle procedure quando meno prima possibile, per avere una carta da giocare alle prossime Europee, dove il suo partito non è che stando ai sondaggi andrà benissimo». Inizia così il nuovo appuntamento con “Quarta parete”, rubrica settimanale curata da Paride Leporace e in onda il mercoledì su L’altro Corriere Tv (canale 75).
«Non entro nel merito di una questione molto complessa – spiega Leporace – e che ha parecchi punti di vista, però siamo alla cronaca. Oggi, infatti, sui giornali e sui siti istituzionali è apparso l’annuncio dell’inizio degli espropri. Ora mettetevi nelle condizioni di proprietari di casa, ma non solo, che devono cedere la loro proprietà per questa “istanza superiore”. La questione riguarda in Calabria 150 famiglie e in Sicilia esattamente il doppio, 300, però ci sono anche degli esercizi commerciali e una parte di cimitero. Mettetevi nei panni di queste persone e, dove è seppellito tuo padre, tua madre, i tuoi cari, e all’improvviso ci sorge un ponte sopra e tu non hai più in quel luogo il tuo cimitero di riferimento e dovrai pensare a trasferire questa bara». Secondo Paride Leporace evidentemente sono «questioni molto complesse e complicate perché le persone, per farsi queste case, tra l’altro in un angolo di mondo tra i più belli che ci possano essere, ha pagato tasse, ha pagato mutui e dall’oggi al domani si ritroverà con magari un pilastro molto grande che stravolgerà completamente la sua esistenza. Senza contare la durata dei lavori, quindi quanti disagi ci saranno? Sono già pronti i ricorsi per contrastare, entro i termini di legge, questo esproprio per permettere quest’opera».
«Dopo aver aspettato tanti anni – spiega – forse per il Ponte sullo Stretto bisognava andare con più cautela. Io ritengo, e lo pensano molti, che per affrontare questo tipo di dinamiche ci vogliono delle concertazioni, andare tra le persone, parlare e non imporre una scelta. Quindi la vicenda del Ponte si complica molto, e avrà molte condizioni giuridiche e farà aumentare l’opposizione all’opera che, se è utile invece andava affrontata diversamente».
Non solo il Ponte. «Apprendiamo – spiega ancora Leporace – da un meritorio comitato che si occupa da anni della Ss106 all’insegna dello slogan “basta vittime”, che il finanziamento atteso da anni per ristrutturare in maniera moderna questa dorsale della jonica, che congiunge una larghissima parte della nostra regione, se non saranno indicati con precisione i finanziamenti e se il programma non sarà rispettato, i soldi potrebbero perdersi, e questo sarebbe molto grave. Della Ss106 dobbiamo occuparci in termini più ampi perché prosegue in Basilicata, ed è necessaria per arrivare in Puglia. Vi segnalo che, nella scorsa Pasquetta, chi era andato in Puglia a trascorrere una giornata di serenità oppure era arrivato in Calabria, ha trovato una strozzatura all’altezza di Policoro che ha segnato un ritardo di due ore. Insomma, andare per Pasquetta e impiegare due ore per essere rimasti in ingorgo non è proprio la migliore delle cose». «Da quelle parti dovete sapere che esiste un ponte, che non è quello dello Stretto, ma quello sull’Agri, tra Policoro e Scanzano, dove i due consigli comunali hanno sollecitato che questo ponte sia finalmente ristrutturato per far modo che questi disagi sulla 106, quando si verifichino, trovino una alternativa molto veloce di raccordo verso la Calabria e la Puglia».
«Fino adesso, questo appello dei due comuni e dei comitati locali, di cui dovremmo occuparci pure noi in Calabria, è rimasto lettera morta». «Ebbene, vogliamo costruire un ponte sullo Stretto, espropriamo le persone che vivono su quei luoghi, e poi non riusciamo a far sì che il ponte sull’Agri, tra due comunità, sia ristrutturato come tanti ponti che conosciamo in Calabria. Ebbene, questa è la storia delle infrastrutture in Calabria e nel Sud». (redazione@corrierecal.it)
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