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Droga, shaboo e oppio nelle scatole di biscotti: sei arresti

Le indagini sono scaturite a seguito dell’arresto nei confronti di un cittadino bengalese

Pubblicato il: 17/04/2024 – 8:11
Droga, shaboo e oppio nelle scatole di biscotti: sei arresti

ROMA I Carabinieri della Compagnia di Roma Centro, a conclusione di una complessa attivitàd’indagine, durata circa sei mesi e diretta dalla Procura della Repubblica di Roma stanno dando esecuzione a un’ordinanza che dispone l’applicazione di misure cautelari, emessa dal Gip del Tribunale di Roma, nei confronti di sei persone di nazionalità iraniana, filippina e bengalese, perché gravemente indiziati, a vario titolo, dei reati di traffico internazionale, spaccio e detenzione di sostanze stupefacenti del tipo metanfetamina, comunemente detta “shaboo” e oppio. L’operazione, scattata alle prime ore di questa mattina, ha impegnato i Carabinieri nella provincia di Roma, dove sono stati localizzati i 6 indagati, 4 destinatari della misura della custodia cautelare in carcere, due uomini, una donna iraniani e un uomo del Bangladesh; una donna filippina agli arresti domiciliari; una donna iraniana destinataria della misura del divieto di dimora in Roma.

Le indagini

Le attività investigative, condotte dai Carabinieri del Nucleo Operativo della Compagnia di Roma Centro sono scaturite a seguito dell’arresto operato a giugno 2021 nei confronti di un cittadino bengalese, trovato in possesso di 530 g di shaboo; da qui sono stati raccolti gravi elementi indiziari in ordine alla presenza di un gruppo criminale per conto del quale l’arrestato deteneva la sostanza. Le indagini eseguite mediante attività tecniche e telematiche, associate come sempre ai servizi tradizionali di pedinamento e osservazione, hanno consentito di mettere insieme gravi indizi di colpevolezza a carico di colui che viene considerato il capo e coordinatore unico del gruppo, un cittadino iraniano, in Italia da circa 25 anni, già agli arresti domiciliari per analogo reato il quale, sfruttando anche i permessi lavorativi come panettiere, dirigeva da remoto e avvalendosi di gregari e collaboratori ai vari livelli, i rapporti sia con gli acquirenti che con i ‘galoppini’ e i fornitori di shaboo di stanza in Iran. 

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