Una condanna e due assoluzioni. Termina così il processo di primo grado “Farmabusiness”, celebrato con rito ordinario, nato dall’inchiesta della Distrettuale antimafia di Catanzaro.
I giudici del Tribunale di Crotone hanno inflitto 12 anni di carcere per l’imputato Pasquale Barberio, 78 anni di Isola Capo Rizzuto, per il quale l’accusa aveva chiesto 10 anni. Assolti, invece, per «non aver commesso il fatto» gli imputati Raffaele Sisca e Lorenzo Iirtano.
L’inchiesta, condotta dai carabinieri dei comandi provinciali di Crotone e Catanzaro e coordinata dai sostituti procuratori della Dda di Catanzaro Domenico Guarascio e Paolo Sirleo, risalente al novembre del 2020, aveva riguardato 19 indagati, esponenti del clan di Cutro, professionisti e politici. Tutti ritenuti presunti responsabili, a vario titolo, di associazione di tipo mafioso, concorso esterno in associazione di tipo mafioso, scambio elettorale politico-mafioso, impiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, detenzione illegale di armi, trasferimento fraudolento di valori, tentata estorsione, ricettazione e violenza o minaccia a un pubblico ufficiale. Le indagini della Dda avevano ricostruito la presunta realizzazione, attraverso la preliminare intestazione fittizia di beni e utilità, di una rilevante progettualità imprenditoriale tesa al reimpiego dei proventi illeciti della citata cosca, attraverso la costituzione di una società, con base a Catanzaro, finalizzata alla distribuzione all’ingrosso di prodotti medicinali mediante una rete di punti vendita costituiti da farmacie e parafarmacie.
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