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Mendicino, dichiarato il dissesto finanziario: disorganizzazione e codici tributi errati

Il commissario: «Crisi irreversibile di liquidità con ricorso sistematico all’anticipazione di cassa» e difficoltà nel riscuotere le imposte

Pubblicato il: 03/05/2024 – 16:10
Mendicino, dichiarato il dissesto finanziario: disorganizzazione e codici tributi errati

MENDICINO «Ricorso sistematico all’anticipazione di cassa», disorganizzazione negli uffici e addirittura codici dei tributi errati, ma anche «scarsissima capacità impositiva dell’Ente tanto da rischiare di non riuscire a finanziare le proprie funzioni fondamentali». Sono solo alcune delle criticità segnalate dal commissario straordinario di Mendicino, il quale ha dichiarato il dissesto finanziario del Comune alle porte di Cosenza che sarà presto chiamato al voto.
Non solo: «nel corso degli anni si è fatto ricorso all’indebitamento, determinandosi così un elevato costo dello stesso» con «l’incidenza percentuale degli interessi passivi sulle entrate correnti» che «si attesta superiore al 3,5%».
Tra le tante anomalie segnalate anche «la mancata approvazione del bilancio di previsione 2024-2026 alla data del 15/03/2024, in quanto di fatto non era possibile prevedere il ripiano del disavanzo e mantenere gli equilibri di bilancio».

Le criticità

«Sin dalla data di insediamento – si legge nella delibera di dissesto firmata ieri dal commissario straordinario Giuseppe Di Martino – sono progressivamente pervenute all’attenzione della gestione commissariale criticità della situazione finanziaria dell’Ente, afferenti anzitutto alla riferita difficoltà di restituzione dell’anticipazione di cassa al tesoriere nei termini previsti», di qui – lo scorso mese di ottobre – l’«atto di indirizzo, rivolto ai dirigenti di settore, mirante all’adozione di misure tese al risanamento della gestione di cassa dell’Ente; sono state contestualmente impartite opportune direttive, tese ad ottenere, attraverso una corretta analisi della situazione finanziaria dell’Ente, dati ed informazioni attendibili, per avviare un adeguato e duraturo processo di risanamento finanziario conformemente ai rimedi normativamente previsti».
A seguito degli approfondimenti più volte chiesti, da ultimo, dal riaccertamento dei residui, approvato sulla scorta delle relazioni dei responsabili dei servizi, è emersa «una situazione complessiva molto delicata, sia per quanto attiene all’indebitamento, che per quanto attiene alla sua ricostruzione storica» tanto che l’organo di revisione ha certificato senza mezzi termini la «crisi irreversibile di liquidità con ricorso sistematico all’anticipazione di cassa», oltre all’esistenza di «ingenti debiti fuori bilancio» e alla «difficoltà di esperire una efficace riscossione».

Riscossione deficitaria e 50% dei parametri negativi

Tra gli aspetti evidenziati nella Relazione dell’organo di revisione si sottolinea ripetutamente la difficoltà nella riscossione dei tributi: «L’indicatore è risultato negativo anche per l’anno 2023, evidenziando per il terzo anno consecutivo una riscossione inferiore al 47% (valore soglia per l’individuazione delle condizioni strutturalmente deficitarie) e suffragando la considerazione che siffatta situazione ha acuito le criticità relativa alla gestione finanziaria dell’Ente che ad oggi appare non equilibrata. Il parametro, difatti, mette in luce se l’ente abbia una capacità di riscossione di tutte le entrate rispetto agli accertamenti delle stesse. Se l’ente non rispetta le soglie minime significa che ancorché iscriva in bilancio le entrate sulla base di titoli giuridici non è in grado di riscuotere almeno le percentuali minime previste e quindi è ritenuto strutturalmente deficitario».
Inoltre, sempre nel 2023, si sono registrati «4 parametri su 8 negativi con evidenza che nell’esercizio 2013 il Comune versava nella condizione di Ente strutturalmente deficitario e quindi sottoposto ai controlli dell’art. 243 Tuel (applicazione della percentuale massima – 100% di copertura dei costi dei servizi indispensabili)».

Criticità organizzative negli uffici

La relazione «evidenzia una carenza organizzativa nell’esecuzione del lavoro, in parte dovuta al cambio del personale. Si rammenta che la mancanza di collaborazione tra Uffici (sintomatico l’errore sui codici tributo di alcune imposte per mancanza di comunicazione) determina una serie di errori formali e sostanziali, impedisce una completa e serena attività istruttoria, impedita in alcuni casi perfino per carenze documentali. Lo stato di “disorganizzazione” impedisce una corretta azione amministrativa e nei casi più gravi, si ritiene, possa impedire la continuità dell’azione amministrativa stessa. Si è proceduto, già dal mese di novembre con la richiesta di effettuare una ricognizione del debito e un approfondito accertamento dei residui, successivamente nel mese di dicembre si è svolta un’apposita riunione presso il Comune di Mendicino, presenti il Commissario e la Sub-Commissaria oltre al Segretario Comunale e alla Responsabile del Settore Finanziario dove si ribadiva, stante le evidenti criticità di cassa, la necessità di effettuare un’attenta analisi dei residui attivi e passivi e del debito potenziale, coinvolgendo tutti i responsabili di settore. Sul punto si è sperimentata una certa resistenza iniziale da parte degli uffici, che ha permesso, solo nella prima decade di aprile, di giungere ad una rappresentazione attendibile dei debiti e crediti dell’Ente come anche dei debiti potenziali. Rappresentazione che abbisogna di un’ulteriore fase di confronto e verifica».

I ritardi nei pagamenti

«Nonostante l’erogazione dell’anticipazione di liquidità – si legge ancora nella Relazione – nell’anno 2021 per un importo complessivo di euro 3.103.235,59, la consistenza del valore dei residui passivi di parte corrente (al 31/12/2023 € 4.872.038,45) e di parte capitale (al 31/12/2023 € 1.726.337,15) evidenzia una condizione di forte ritardo e di progressivo peggioramento nei pagamenti delle somme dovute per somministrazioni, forniture ed appalti». Il documento riporta «un ritardo nei pagamenti di giorni 105 (arrotondato) e numero 187 imprese creditrici, anche se il ritardo nei giorni di pagamento sembra stimato in difetto rispetto all’ammontare del debito e necessita di un ulteriore approfondimento».
Il commissario ricorda «la raccomandazione e le osservazioni rese nel parere al Bilancio di previsione 2023 – 2025 ove si invitava “l’Ente a non fare un continuo ricorso all’anticipazioni di tesoreria, in quanto l’anticipazione prevista dall’art. 222 del TUEL rappresenta una possibilità che l’ente può attivare solo nei casi di deficienza di cassa. Se il ricorso è continuativo l’anticipazione viene trasformata in una risorsa permanente, evidenziando una carenza di liquidità che potrebbe diventare strutturale se anche nel corso del 2023 non verranno apportati gli opportuni correttivi indirizzati a risolvere la criticità evidenziata”». E invece «anche nel corso dell’anno 2023 il ricorso all’anticipazione di tesoreria da parte dell’ente è stato costante e cronico, raggiungendo i limiti previsti dall’ordinamento. Come tale esso costituisce sintomo di una irregolare gestione finanziaria».

Debiti fuori bilancio e passività potenziali

E’ stato richiesto ai responsabili dei servizi di procedere ad una prima verifica dei potenziali debiti già a novembre 2023. I responsabili di servizio hanno provveduto nel mese di aprile a comunicare l’esistenza di potenziali debiti fuori bilancio relativi agli esercizi pregressi che alla data del 31.12.2023 ammonterebbero a complessivi euro 2.492.195,61 (…). Il commissario «specifica che tale attività è in corso, e il dato potrebbe ancora essere oggetto di assestamento, considerate le ulteriori richieste di pagamento notificate nell’ultima settimana».
«L’esistenza di debiti fuori bilancio di importo rilevante – annota Di Martino – costituisce un ulteriore indice della difficoltosa ed irregolare gestione finanziaria dell’ente ed incide direttamente sulla corretta quantificazione del risultato di amministrazione, generando fenomeni di marcata alterazione della corretta rappresentazione contabile».
E i 15 contenziosi in essere (per un totale di 5.205.380,34 euro) costituiscono «una passività potenziale che si aggiunge alle situazioni già evidenziate ».

Debiti liquidabili per 7,7 milioni

«Sebbene si ritenga necessaria un’analisi puntuale della situazione debitoria da parte dei responsabili degli uffici, per determinare un dato certo – si legge nella Relazione – considerato lo stock del debito al 31.12.2023 comunicato dal Settore finanziario pari ad euro 4.750.145,19; le fatture registrate e non pagate nel primo trimestre 2024 pari a circa euro 517.920,58; i debiti fuori bilancio / potenziali (…) pari ad euro 2.492.195,61, si presume che siano presenti debiti liquidabili per un importo pari a 7.760.261,38 euro».

Un iter lungo 10 anni

Con delibera n. 8/2015, la Sezione Controllo della Corte dei Conti Calabria, a conclusione dell’analisi delle gestioni finanziarie 2012/2013 del comune di Mendicino, aveva «accertato irregolarità e criticità» mentre la Sezione Controllo della Corte dei Conti Calabria aveva segnalato la «sussistenza delle condizioni preclusive dell’attuazione dei programmi di spesa, influenzati (…) da mancata copertura o insussistenza della relativa sostenibilità finanziaria». Gli stessi magistrati contabili, nell’analizzare la gestione relativa all’esercizio finanziario 2014, hanno poi accertato il «perdurare dell’inadempimento alle misure correttive disposte» (delibera n.103/2016) e infine, dopo aver acquisito le note con le quali il Comune di Mendicino «forniva i chiarimenti e le misure correttive adottate» al fine di rimuovere le criticità già rilevate, hanno accertato invece il perdurare di esse, invitando il Comune all’adozione di una nutrita serie di misure correttive e confermando «la già disposta preclusione dell’attuazione dei programmi di spesa a carattere discrezionale e non necessitato (…) sino alla verifica delle risultanze della gestione 2020» (delibera n.74/2021).
Ora l’ultimo step: il commissario Di Martino mette nero su bianco che «oggi l’Ente presenta una situazione di grave squilibrio finanziario, poiché non riuscirebbe a trovare copertura (…) all’elevata massa debitoria puntualmente quantificata» e dunque è «inevitabile, allo stato, dichiarare il dissesto finanziario (…) onde dare avvio ad un reale processo di risanamento economico e finanziario dell’Ente». (euf)

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