«Ci occupiamo di ‘ndrangheta perché è sempre bene farlo, in un momento in cui si vota e i professionisti dell’antimafia firmano protocolli che fanno appello al “voto pulito”, magari senza vedere con chi li firmano, se c’è qualche assessore indagato o se sospetti di ‘ndrangheta ci sono in quel palazzo. Vigilate bene voi che promuovete queste iniziative». Pare così l’ultima puntata di “Quarta Parete”, la rubrica curata dal giornalista Paride Leporace e in onda, ogni mercoledì, su L’altro Corriere Tv, canale 75.
«Intanto a Diamante l’altra sera un lido, Le Sirene, è stato incendiato e ridotto in cenere – sottolinea Leporace – e, guarda caso, a Diamante si vota pure. Per fortuna la gente si è mobilitata, ha raccolto 4.500 euro da dare a queste persone colpite da questo sinistro, per ora indicato con cause dolose o un cortocircuito, questi cortocircuiti molto strani. Staremo a vedere». «Ma se questa è “piccola ‘ndrangheta”, occupiamoci di quella “grande”, quella globale. Angelo Figliomeni, a Siderno, è chiamato “’u brigante” e già il nome dice parecchio», ricorda Leporace. «Condannato in via definitiva per partecipazione all’associazione mafiosa di una delle capitali della ‘ndrangheta mondiale, diversi reati, ha ben pensato di andarsene in Canada e stabilirsi nello stato di York, dove il reato di associazione mafiosa non è contemplato. Tutto questo impedisce una sua estradizione. Ma la Polizia canadese, la magistratura, ad un personaggio del genere che vende panini ma non ha un banchetto e consegna prodotti da forno, non hanno lasciato intentato nulla e quindi hanno messo attorno a lui, a chi frequenta e ad alcuni banchieri, ben 500 poliziotti che hanno avviato un’inchiesta molto seria».
«Ne riferisce un’inchiesta, questa volta giornalistica, esclusiva del giornale italiano “Repubblica”, del Toronto Star, prestigioso giornale canadese, che potete leggere integralmente sul sito di IRP Media. Il testo dell’inchiesta è in inglese, ma c’è un dispositivo che permette anche di farvela conoscere in italiano. Io ve la sintetizzo».
«Messe sotto radiografia banche, perché come ha insegnato Giovanni Falcone, se vuoi trovare la mafia devi seguire i soldi, quattro banche – ha sottolineato Leporace – sono finite sotto osservazione per i rapporti con il nostro “brigante” Figliomeni. Sono emerse tante questioni, soprattutto dei rapporti molto stretti con questioni di riciclaggio attraverso intercettazioni e tracciamento dei conti bancari, che hanno messo sotto scandaglio in particolar modo due appartenenti a queste banche».
«Non vi faccio i nomi perché non posso esporre il nostro giornale ad eventuali contenziosi. Ebbene, una di queste banche è accusata di riciclaggio e di transazioni sospette. Gli avvocati di Figliomeni non hanno mai voluto commentare con i giornalisti che hanno fatto l’inchiesta i fatti accaduti che sembravano molto rilevanti. Di sicuro, uno di questi impiegati è si trova nella condizione di “congedo amministrativo” per quanto è accaduto». «Però le inchieste molto garantiste, come è giusto che sia, non hanno retto all’accusa, come si dice. In particolar modo una intercettazione dove Figliomeni si rivolgeva al suo amico di collegamento con le banche parlando di un “croissant” che doveva “essere portato”. Ebbene, gli avvocati sono stati bravissimi perché il croissant non sono affari loschi per la giustizia, ma sono veri croissant a quanto pare».
«La magistratura aveva sequestrato al signor Figliomeni e ai suoi amici, chiamateli come volete, pensate 35 milioni di dollari canadesi, 5 Ferrari, 27 case, che sono state restituite ai legittimi proprietari. Quindi Figliomeni, condannato in via definitiva in Calabria, va in Canada, diventa un imprenditore, viene indagato, tutto non trova riscontro. La considerazione finale è che, vendere croissant in Canada, a quanto pare, frutta bene».
x
x