In totale accoglimento delle ragioni giuridiche formulate dal cassazionista Dario Vannetiello e dall’avvocato Francesco Albanese, la Suprema Corte, seconda sezione, nonostante la richiesta di inammissibilità del ricorso formulata dal procuratore generale, ha annullato la ordinanza emessa nel novembre 2023 nei confronti di Mariano Tegano dal Tribunale del riesame di Reggio Calabria. L’accusa era quella di aver diretto ed organizzato la omonima cosca operante anche in altri luoghi del territorio nazionale e all’estero, traendo la fama criminale e capacità assoggettante anche dalle precedenti condotte poste in essere da Pasquale Tegano, padre di Mariano, attualmente ristretto 41bis. «Apparivano granitiche – affermano i legali – le prove introdotte dalla direzione distrettuale antimafia, rappresentate dalle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia Maurizio De Carlo e Francesco Sergi, nonché da plurime prove captative dimostrative anche della asserita partecipazione di Mariano Tegano agli incontri con il boss Carmine De Stefano al momento della sua scarcerazione. Le articolate argomentazioni di diritto formulate dal collegio difensivo hanno sgretolato il quadro indiziante, censurando con successo la pur ampia motivazione resa dal Tribunale del riesame. La Suprema Corte ha annullato con rinvio per nuovo giudizio innanzi al Tribunale reggino, il quale sarà chiamato a decidere seguendo le indicazioni che saranno tracciate dai giudici capitolini nella interessante sentenza che a breve verrà depositata. Con la sorprendente decisione assunta dalla Suprema Corte si apre la possibilità di un ritorno in libertà del ritenuto uomo di vertice del clan Tegano, senza sottacere che della sentenza della cassazione e del successo ottenuto Mariano Tegano potrà beneficiare nel corso del processo principale».
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