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Processo Bergamini, la sentenza arriverà a luglio

La decisione al termine dell’udienza di oggi basata sull’acquisizione di eventuali nuove prove e testimonianze

Pubblicato il: 23/05/2024 – 13:23
di Francesco Veltri
Processo Bergamini, la sentenza arriverà a luglio

COSENZA Arriverà a luglio la sentenza del processo Bergamini, in corso da poco più di due anni al tribunale di Cosenza. È questa la notizia più rilevante del giorno, arrivata nel corso dell’udienza conclusiva del dibattimento svoltasi oggi prima della requisitoria del pm e le arringhe degli avvocati di parte che sono state calendarizzate dall’otto luglio in poi. Un’udienza basata essenzialmente sull’eventuale acquisizione di nuove prove e testimonianze. Un’udienza lunga in cui il pm Luca Primicerio e gli avvocati di parte hanno esposto le loro ragioni chiedendo l’acquisizione di documenti e verbali, oltre a richiedere l’escussione di nuovi testimoni. Alla fine, dopo una lunga camera di consiglio, la corte presieduta da Paola Lucente (giudice a latere Marco Bilotta), ha disposto l’acquisizione di alcuni documenti proposti dal pm e dalle due parti e ha definito irrilevanti le richieste di nuove testimonianze, per poi calendarizzare le prossime e decisive tappe del procedimento che vede come unica imputata per la morte dell’ex calciatore del Cosenza calcio Denis Bergamini, l’ex fidanzata Isabella Internò. L’accusa per quest’ultima è quella di concorso in omicidio. La sentenza dovrebbe arrivare il 19 o il 24 luglio.

L’udienza di oggi

La 60esima udienza, come anticipato, ha visto il pm Luca Primicerio e le due parti avanzare alcune richieste alla corte. Presente in aula Donata Bergamini, sorella di Denis. Assente l’imputata Isabella Internò. Primicerio ha chiesto l’acquisizione di alcuni articoli di giornale della Gazzetta del Sud del 1989 e una puntata del Processo del lunedì sempre del 1989 in cui la famiglia Bergamini affermava di non credere all’ipotesi del suicidio. E poi ancora i verbali sulle sit dell’ex allenatore del Cosenza Gianni Di Marzio e alcuni biglietti di Natale acquistati da Bergamini nel 1989, prima della sua morte. Il pubblico ministero ha anche chiesto alla corte la lettura di due verbali di interrogatorio a Isabella Internò risalenti al 2013 e 2014 («ne chiedo la lettura – ha spiegato Primicerio – perché l’imputata si è rifiutata di farsi ascoltare in questo processo») e l’acquisizione di alcune foto scattate dall’ispettore Pasquale Pugliese sul luogo della tragedia. Primicerio, in relazione a questi scatti, ha chiesto quindi che l’ispettore venisse ascoltato come testimone. L’avvocato di parte civile Alessandra Pisa, oggi presente in aula anche in sostituzione dei colleghi Anselmo e Galeone, ha richiesto l’acquisizione documentale su alcune sentenze di processi in cui il marker della glicoforina A si è rivelato un elemento importante in fase dibattimentale. Anche gli avvocati della difesa Angelo Pugliese e Pasquale Marzocchi (quest’ultimo in sostituzione dell’avvocato Cribari) hanno chiesto l’acquisizione di due sentenze di processi (come quello riguardante la morte di Manuel Piredda). Come eventuali nuovi testimoni, la difesa ha fatto i nomi dell’avvocato Eugenio Gallerani (legale della famiglia Bergamini nel 2009), di Antonella Leoncini (ragazza della provincia di Massa Carrara che nel 1989 scrisse una lettera a Bergamini, «potrebbe chiarire alcuni elementi – ha evidenziato Marzocchi – sull’ultimo periodo di vita di Bergamini») e Daniele Simeoni, ex calciatore del Cosenza fino al 1986, compagno di Carla Crispino che frequentò Bergamini. Sui tre testi proposti dalla difesa si sono opposti sia il pm (che, però, di Gallerani ha proposto, come dato storico, l’acquisizione dei documenti della sua richiesta di riapertura delle indagini sul caso Bergamini) che l’avvocato Pisa. Dopo essersi riunita in camera di consiglio la Corte ha disposto l’acquisizione dei documenti sulle dichiarazioni di Gianni Di Marzio, gli articoli di giornale, la puntata del Processo del lunedì, e poi ancora l’incartamento dell’incidente probatorio, i biglietti di Natale di Denis Bergamini e gli atti prodotti da Gallerani «a soli fini di prova del fatto storico in sé». Ritenute invece irrilevanti le escussioni dello stesso Gallerani e dell’ispettore Pugliese. Infine, non sono stati ammesse le testimonianze di Leoncini e Simeoni perché «non necessarie». Ora il processo si prenderà una pausa di più di un mese. L’8 luglio si riprenderà con la requisitoria del pm Luca Primicerio. Per il 19 o il 24 luglio è prevista la sentenza. (f.veltri@corrierecal.it)

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