REGGIO CALABRIA Siamo partiti con i palloni in cuoio e gli scarpini ormai démodé, fino ad arrivare alla nuova maglia con una muta, senza cuciture, dando la possibilità ovviamente agli atleti di godere della migliore tecnologia. È, dunque, un’emozione incredibile ripercorrere tanti anni di una nazionale che ha avuto tanti successi, tanti momenti assolutamente felici. È questo il senso della mostra “Un Secolo d’Azzurro”, la più grande rassegna storica ed antologica sulla Nazionale italiana di calcio, inaugurata oggi a Reggio Calabria nel Dipartimento di Agraria dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria, alla presenza del Campione del Mondo calabrese Simone Perrotta.
Ad organizzare la mostra, Mauro Grimaldi, Amministratore delegato della Federcalcio Servizi e presidente del Centro tecnico Federale di Coverciano che, ai microfoni del Corriere della Calabria ha spiegato: «Il calcio è un po’ come la vita, ha alti e bassi, e ci troviamo ad affrontare alcuni momenti della nostra stessa vita legata in qualche modo al calcio. Credo che non ci sia nessuno, anche non appassionato, che non abbia un ricordo legato al calcio». Tra i cimeli in mostra ci sono le magliette della Nazionale «segnate dalla storia dell’Italia. Iniziamo con la maglietta con lo stile sabaudo, poi viene il fascismo e mette vicino il fascio littorio, viene la Repubblica e mettiamo il tricolore, quindi scandisce un po’ i tempi, i nostri tempi, quelli della storia, Noi ci immedesimiamo nel calcio, soprattutto in un’appartenenza territoriale».
«Quello che mancava prima negli altri sport era l’appartenenza territoriale. Oggi con le squadre di calcio che hanno marcato il territorio dall’inizio, quindi Vercelli, Casale, Torino o Genova c’è un’identificazione delle persone, quel senso di appartenenza al territorio, a quel tipo di cultura e realtà, cosa che ancora oggi esiste». «Il calcio cambia, ma i valori fondamentali restano – ha detto ancora Grimaldi – e questo credo sia una cosa molto importante e spiega anche perché il calcio oggi è la prima disciplina in Italia ed è quella che traina, anche dal punto di vista economico e politico un po’ tutto quello che è lo sport in Italia».
La mostra consente di far tornare in Calabria un campione del mondo come Perrotta che ritorna tra l’altro a Reggio dove tutto è iniziato per lui. «La sua carriera è iniziata qui, Perrotta è un ragazzo in gamba, vicepresidente di tutto il settore giovanile, uno che sta continuando la carriera. La sua esperienza la sta trasferendo ora anche nel calcio dirigenziale ed è importante, soprattutto con i ragazzi. Simone è una delle tante favole del calcio, un ragazzo preparato e che, a prescindere dal calcio, sarebbe stato comunque una persona di successo perché è uno che ha le idee molto chiare e in più è stato un grande campione e i grandi campioni devono dare esempio». (redazione@corrierecal.it)
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