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“giochiamo d’anticipo”

Tumori, trapianti e terapie sperimentali: in Calabria è possibile curarsi. «Ma tutti vanno al Nord»

Scende in campo una squadra di medici. Non solo emergenze, ma anche «eccellenze, primati, terapie innovative e prevenzione»

Pubblicato il: 26/05/2024 – 14:00
Tumori, trapianti e terapie sperimentali: in Calabria è possibile curarsi. «Ma tutti vanno al Nord»

REGGIO CALABRIA Un gioco di squadra tra medici e istituzioni. “Giochiamo d’anticipo“, l’evento organizzato dal Gruppo del Corriere della Calabria in sinergia con l’Università Mediterranea di Reggio Calabria si arricchisce di un momento di divulgazione scientifica dedicato a “Neoplasie, le regole da seguire e i miti da sfatare“. Tra i relatori che hanno animato il dibattito, Salvatore Turano responsabile regionale Aiom ed oncologo dell’Azienda ospedaliera di Cosenza.

Neoplasie, le regole base e la prevenzione

Il tema affrontato è quello della prevenzione. «Dobbiamo essere sicuramente fonte trainante per quanto concerne la prevenzione soprattutto oncologica. Sappiamo che rispettare alcune semplici regole come l’alimentazione, l’attività fisica, evitare il consumo di alcol e il consumo di fumo riduce drasticamente il numero di neoplasie». Ma prestare attenzione al rispetto di semplici regoli non basta. «A questo dobbiamo aggiungere la prevenzione istituzionalizzata: la mammografia, l’ecografia, il pap test, la visita ginecologica e il sangue occulto nelle feci», aggiunge il dottore Turano. Che poi chiosa: «io credo che dobbiamo essere più presenti, dobbiamo essere attenti, dobbiamo cercare di aiutare quante più persone possibili a effettuare questi screening e quindi ad abbattere il numero di neoplasie diagnosticate o almeno tentare di diagnosticarle in fase precoce».

Le terapie cellulari e i trapianti, la Calabria non è la Cenerentola d’Italia

Il dottore Massimo Martino, presidente del “Gruppo italiano per il trapianto di midollo osseo, cellule staminali emopoietiche e terapia cellulare”, è direttore del Centro trapianti di midollo e del reparto di Ematologia all’interno dell’ospedale pubblico di Reggio Calabria. Il Gom ha svolto e svolge un ruolo di primo piano nel campo dei trapianti di midollo osseo. «E’ una procedura di alta expertise, posso assicurare che può essere erogata in tutta Italia, anche in Sicilia, in Sardegna, in Puglia, in Campania e anche in Calabria, dove esiste una struttura che fa questo tipo di attività da oltre 30 anni con dei risultati praticamente in linea con tutti gli standard europei. Questo è un messaggio importante da dare ai nostri cittadini che si possono fidare almeno in questo campo della procedura trapiantologica dove fosse necessario», sottolinea Martino. Che coordina oltre 80 centri italiani dove si pratica «la terapia cellulare e CAR-T». «Nella nostra struttura – continua Martino – siamo in grado di effettuare tutta l’attività trapiantologica, sia allogenica – in senso lato perché utilizziamo anche donatori compatibili al 50 per cento, oltre ai classici donatori familiari e da registro – e sia autologa. Soprattutto, un primato che c’è a Reggio Calabria è che siamo stati i primi, in tutto il Sud, a erogare quella che rappresenta la più grossa innovazione in termini di terapia cellulare: la terapia con le CAR-T, che sono i cosiddetti linfociti autologhi modificati». Il primo trattamento risale al giugno del 2020, «quando eravamo in pieno periodo Covid. Siamo stati, il primo centro, da Roma in giù, a effettuare questa terapia. Ora siamo arrivati a una cinquantina di trattamenti del tipo». E poi c’è «la nuova frontiera della terapia immunologica in ambito del trattamento di alcune forme di linfoma, di leucemie». «Questo – chiosa Martino – è un altro messaggio importante, questo tipo di terapia è possibile farla anche in Calabria».

Una squadra di medici

La passione per lo sport e soprattutto per il calcio è condivisa da un gruppo di medici cosentini. Che hanno deciso, insieme, di scendere in campo per partecipare ad iniziative benefiche dedicate alla prevenzione. Il senologo Antonio Caputo, è presidente e giocatore, un numero 10 che in campo si diverte e fuori partecipa costantemente insieme ai suoi colleghi e compagni di squadra a sensibilizzare i cittadini sulla necessità e opportunità di partecipare alle campagne di screening. «Un termine che indica un ampio ventaglio di attività con riferimento a determinate patologie e sulle quali continuiamo a essere drammaticamente in ritardo. Non solo un ritardo operativo, concreto nei numeri, ma anche un ritardo culturale. E’ importante specificare che noi possiamo agire sulla prevenzione secondaria, possiamo fare diagnosi precoce perché la prevenzione primaria è quella più difficile da attuare perché si tratta di agire sull’ambiente, sull’inquinamento», sostiene Caputo. «Quello che possiamo e dobbiamo fare è la diagnosi precoce, e la si fa partecipando agli screening: quello del tumore della mammella, della cervice e del colon retto». Come è possibile accedere a questi preziosi strumenti di prevenzione? «Si può aderire massicciamente agli screening che vengono comunicati tramite le lettere inviate dagli uffici preposti. Solo così potremo migliorare la prevenzione e potremo aumentare la sopravvivenza delle patologie neoplastiche». I tempi sono fondamentali. «Si, perché se noi diagnostichiamo il tumore in una fase precoce, per esempio quando è di un centimetro, avremo la guarigione assoluta. Se noi lo diagnostichiamo quando il tumore è di cinque centimetri, purtroppo non abbiamo grandi speranze».

Le patologie respiratorie

La pneumologia è una branca che riguarda le patologie respiratorie (che rappresentano l’80% delle urgenze che arrivano in pronto soccorso), patologie sottostimate e sottoconsiderate prima dell’emergenza pandemica. E’ questo l’incipit dell’intervento della dottoressa Giusy Marrazzo, dirigente medico dell’Unità Operativa di Pneumologia dell’Azienda “Dulbecco” di Catanzaro. «L’evento di oggi ci restituisce sicuramente delle valutazioni preziose in merito all’importanza di giocare d’anticipo, partendo – ad esempio – – da un corretto stile di vita», sostiene Marrazzo. Che aggiunge: «Nel mio campo, la pneumologia, quanto detto si traduce sicuramente nell’abolizione dell’abitudine tabagica». La prevenzione del tumore del polmone passa anche dalla corretta informazione. «Certo, per questo è possibile collegarsi al sito www.programmarisp.it, un portale aperto a tutti i fumatori – di età compresa tra i 55 e i 79 anni – che consente di prenotare una valutazione per poi essere inseriti in programmi di dissuefazione dal fumo». La Calabria è tra i 18 centri italiani, «per questo è importante che i cittadini partecipino a questi programmi di prevenzione e di screening». (redazione@corrierecal.it)

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