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«Sorella acqua…la quale è molto utile e umile, preziosa e pura»

«La villa romana di Casignana, che risale al I secolo d.C. ma presenta tracce di frequentazione fino al VII secolo, fu scoperta per caso nel 1963 in occasione dei lavori per la costruzione di un a…

Pubblicato il: 07/07/2024 – 9:23
di Bruno Gemelli
«Sorella acqua…la quale è molto utile e umile, preziosa e pura»

«La villa romana di Casignana, che risale al I secolo d.C. ma presenta tracce di frequentazione fino al VII secolo, fu scoperta per caso nel 1963 in occasione dei lavori per la costruzione di un acquedotto presso la strada statale 106 Ionica. La villa sorgeva probabilmente sull’antica strada di collegamento tra Locri Epizefiri e Rhegion (Reggio Calabria).

La casuale scoperta fu fatta dalla Cassa per il Mezzogiorno (Casmez) che tentava di portare acqua alla Calabria perennemente assetata, ancor’oggi, come dimostra il decreto sull’emergenza idrica firmato in questi giorni dal presidente della Regione, Roberto Occhiuto.
Quest’anno ricorre il 74 anniversario della Casmez. La Cassa del Mezzogiorno, istituita con la legge n. 646 del 10 agosto 1954, era un ente pubblico italiano creato dal governo De Gasperi VI, per finanziare iniziative industriali tese allo sviluppo economico del meridione d’Italia, allo scopo di colmare il divario con l’Italia settentrionale.
L’idea creare la Casmez venne al meridionalista Pasquale Saraceno, e ad alcuni suoi collaboratori quali Donato Menichella, Francesco Giordani, Giovanni Cenzato, Rodolfo Morandi e Nino Novacco, già fondatori della Svimez. Nelle intenzioni, l’ente intendeva ricalcare le agenzie di sviluppo locale avviate negli Stati Uniti d’America durante il New Deal.
La Cassa con D.P.R. del 6 agosto 1984 venne soppressa e posta in liquidazione dal 1° agosto 1984. Venne sostituita, due anni dopo, negli obiettivi e nelle funzioni, dall’Agenzia per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno (AgenSud) istituita con la legge 1° marzo 1986 n. 64 e soppressa a sua volta con la legge 19 dicembre 1992 n. 488, a decorrere dal 1° maggio 1993, lasciando al Ministero dell’Economia e delle Finanze il compito di coordinare e programmare l’azione di intervento pubblico nelle aree economicamente depresse del territorio nazionale.
Furono beneficiarie dell’operato della Cassa le regioni Abruzzo, Molise, Campania, Puglia, Basilicata, Calabria, Sicilia e Sardegna, le province di Latina e Frosinone, l’isola d’Elba, l’isola del Giglio e isola di Capraia, i comuni dell’ex circondario di Cittaducale e i comuni del comprensorio del fiume Tronto.
In Calabria la filiale della Cassa del Mezzogiorno aveva sede a Catanzaro.
Quando l’ente si spense, dopo varie proroghe, il 6 agosto 1984 e sostituita due anni dopo, negli obiettivi e nelle funzioni, dall’Agenzia per la promozione e lo sviluppo del Mezzogiorno, anch’essa soppressa nel 1992, ne parlavano tutti male. Oggi ne parlano tutti bene, anche quelli che disconoscevano persino l’esistenza.
Quanti soldi furono stati stanziati per la Cassa? Assai. Considerando le erogazioni per la riforma fondiaria, il complesso degli interventi pubblici agricoli, finanziati dalla Cassa, salì a oltre 1.034 miliardi di vecchie lire che raggiunse i 1.575 miliardi gli impegni per incentivi.
Uno degli strumenti di pianificazione utilizzati per la finalizzazione degli interventi era il cosiddetto piano A.S.I., ovvero un piano per la creazione di Aree di Sviluppo Industriale: esso prevedeva l’istituzione di consorzi, realizzati ai sensi della legge 29 luglio 1957 n° 634 (“Provvedimenti per il Mezzogiorno”), nella tipologia di piano settoriale, promossi da Comuni, Province e Camere di Commercio per l’avvio dello sviluppo industriale e la realizzazione di infrastrutture di base nelle aree coinvolte dall’azione della Cassa per il Mezzogiorno.
I becchini occasionali di Agensud furono i ministri Nerio Nesi e Beniamino Andreatta.
Tornando al momento del fulgore non si può non dire che Casmez abbia portato l’acqua nei paesi abbandonati nella miseria più cupa. Solo Lenin, con la luce elettrica, pianificò qualcosa simile. Comunque l’artefice del successo fu principalmente il professor Gabriele Pescatore, presidente storico di Casmez, che poi diverrà giudice della Corte costituzionale».

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