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Prove di pace tra Pd e Matteo Renzi: «Il passato è passato»

L’ex segretario torna alla Festa dell’Unità, plaude alla svolta di Elly Schlein e attacca Conte e i “grillini”

Pubblicato il: 29/08/2024 – 12:17
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Prove di pace tra Pd e Matteo Renzi: «Il passato è passato»

Matteo Renzi torna alla festa dell’unità. E lo fa tra gli applausi dei presenti: prove di riappacificamento con il Partito democratico di Elly Schlein, la cui “svolta” viene vista positivamente dall’ex premier. «Il passato è passato» dice alla platea di circa 1500 persone accorse per vederlo. Poi – come riporta il Corriere della Sera – lancia un monito: «Sono qui perché penso che il centrosinistra debba ripartire. E per questo vi dico: non fate a Elly Schlein quello che è stato fatto a Veltroni, a me stesso e un po’ anche a Zingaretti. Basta al fuoco amico contro il segretario. Ora, per mandare a casa questo governo che non funziona, servono i voti di tutti, anche quelli del centro».

L’attacco a “grillini” e “Travaglio boys”

Niente veti perché «servono i voti di tutti». È l’assunto alla base della ritrovata pace tra il Partito democratico e l’ex segretario tanto rinnegato fino a poco tempo fa. «Chi non mi vuole dice: “Renzi fa cadere i governi…”. Bene: è vero. Io adesso voglio costruire un’alternativa, perché vedere al governo Meloni, Salvini e quel bellimbusto del generale Vannacci assieme a Tajani è un male per il Paese». Renzi, però, specifica che pur accettando la possibilità di stare al governo con a capo il Pd, esclude la possibilità qualora alla guida ci siano «grillini e “Travaglio boys”». L’attacco diretto anche verso il rivale Giuseppe Conte: «Giuseppe Conte dice che io faccio perdere voti al fronte progressista? Non prendo lezioni da lui. Lo dice uno che da premier ha firmato i decreti sicurezza con Salvini. E poi dice una cosa del genere a me che da premier ho lavorato con Barack Obama, mentre “Giuseppi” oggi non sa se in Usa voterebbe per Trump o Harris o in Francia per Macron o Le Pen».

«Non mi sento come il figliol prodigo»

L’accoglienza per l’ex premier sa di “ritorno” a casa. «Non mi sento come il figliol prodigo, anche perché sennò dovrei uccidere il vitello grasso. Semplicemente ammiro tutti i volontari e le volontarie che fanno parte di questa comunità». Ho scelto di lasciare il partito che portai al 40% un minuto dopo aver fatto nascere il governo Conte II. Era un periodo durissimo. Avevano arrestato da poco i miei genitori e i grillini mi facevano il segno delle manette. Non sapete quanto mi è costato. Ma impedimmo il trionfo certo di Salvini».

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