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“Eureka”, a Locri e Reggio il ritorno in aula tra nuove collaborazioni e richieste di condanna

In abbreviato richieste per oltre mille anni, il ritorno in aula bunker il 26 settembre. Depositate a Locri le dichiarazioni di Pasquino e Messina

Pubblicato il: 31/08/2024 – 19:03
“Eureka”, a Locri e Reggio il ritorno in aula tra nuove collaborazioni e richieste di condanna

REGGIO CALABRIA A Reggio Calabria si tornerà in aula il prossimo 26 settembre nell’ambito del processo “Eureka” in abbreviato. Si proseguirà poi il 3, il 10, il 17, il 24 ottobre. Alla sbarra il gruppo dei presunti narcotrafficanti sgominato con l’operazione scattata nel maggio 2023 che ha visto la cooperazione di tre Dda e degli investigatori di più Paesi, e ha colpito in particolare le cosche Nirta-Strangio di San Luca e Morabito di Africo. Ottantuno le richieste di condanna da parte della Procura, molte delle quali a 20 anni di reclusione, per un totale di oltre mille anni.
A Locri, dopo la pausa estiva, riprenderà invece il processo con rito ordinario secondo il quale verranno giudicate 32 persone.

L’inchiesta

L’inchiesta ha smantellato un’organizzazione transnazionale dedita al riciclaggio, al traffico di droga e armi in tutto il mondo e ha visto la cooperazione delle Dda di Reggio Calabria, Milano e Genova, degli investigatori di Germania, Belgio e Portogallo. Un’operazione scattata nel maggio 2023, particolarmente complessa non solo per il numero dei provvedimenti eseguiti, ma anche per l’ingente quantitativo di sostanza stupefacente individuata, i sequestri di denaro e la rete associativa transnazionale sviluppata tra Italia, Germania, Belgio, Portogallo. Tonnellate di cocaina e milioni di euro per un giro dalle «risorse finanziarie importantissime». L’inchiesta, secondo quanto emerso, ha toccato i livelli più alti dell’organizzazione criminale, permettendo anche di ricostruire la fuga e la latitanza del super boss Rocco Morabito, detto “Tamunga” dopo la fuga dal carcere di Montevideo, in Uruguay, nel 2019.

I racconti dei collaboratori di giustizia

E durante il processo in corso a Locri sono stati depositati i verbali di due nuovi collaboratori di giustizia, Vincenzo Pasquino e Fabio Messina, contenenti le dichiarazioni rese davanti ai magistrati della Dda di Reggio Calabria. Classe ’90, nato e cresciuto a Torino, Pasquino è considerato membro di spicco dell’organizzazione criminale calabrese. Il 34enne fu estradato in Italia dopo la detenzione in Brasile dal 2021, anno in cui fu arrestato in un residence di Joao Pessoa dalla polizia federale del Paese sudamericano e dai carabinieri del Ros, dopo un periodo di latitanza, mentre era in compagnia del boss della ‘ndrangheta e narcotrafficante Rocco Morabito. La sua collaborazione potrebbe contribuire a fare luce in particolare sui traffici di droga tra ‘ndrangheta e le organizzazioni criminali attive in Brasile. (m.r.)

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