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‘Ndrangheta, Vincenzo Pasquino inizia a collaborare. I racconti sui traffici di droga: «Chi non rispetta le regole rischia di essere ucciso»

I verbali depositati nel processo “Eureka”. Pasquino fu catturato nel 2021 insieme al super boss di ‘ndrangheta Rocco Morabito

Pubblicato il: 29/06/2024 – 11:05
di Mariateresa Ripolo
‘Ndrangheta, Vincenzo Pasquino inizia a collaborare. I racconti sui traffici di droga: «Chi non rispetta le regole rischia di essere ucciso»

REGGIO CALABRIA Venne catturato nel 2021 insieme al super boss di ‘ndrangheta Rocco Morabito. Adesso Vincenzo Pasquino, classe ’90, nato e cresciuto a Torino, ma considerato membro di spicco dell’organizzazione criminale calabrese, ha deciso di collaborare con la giustizia. I verbali contenenti le dichiarazioni rese davanti ai magistrati della Dda di Reggio Calabria Giuseppe Lombardo e Diego Capece Minutolo sono stati depositati nel corso del processo “Eureka” in corso a Locri in ordinario e a Reggio Calabria in abbreviato. La maxi operazione ha visto la cooperazione delle Dda di Reggio Calabria, Milano e Genova, degli investigatori di Germania, Belgio e Portogallo e ha smantellato un’organizzazione transnazionale dedita al riciclaggio, al traffico di droga e armi in tutto il mondo, colpendo in particolare le cosche Nirta-Strangio di San Luca e Morabito di Africo. L’inchiesta, secondo quanto emerso, ha toccato i livelli più alti dell’organizzazione criminale, permettendo anche di ricostruire la latitanza del super boss Rocco Morabito, detto “Tamunga” dopo la fuga dal carcere di Montevideo, in Uruguay, nel 2019.



Nei verbali le “regole” del narcotraffico

«Una famiglia calabrese che fa arrivare un carico di cocaina a Gioia Tauro è tenuto ad informare le altre famiglie. Solo nel caso in cui le famiglie importanti non sono interessate ad acquistare una quota del carico è possibile offrirla ad altre persone. Chi non rispetta questa regola rischia di essere ucciso o di essere “spogliato” nel senso di essere estromesso da qualsiasi affare o di essere privato di protezione», ha raccontato Vincenzo Pasquino, che parlando dei suoi rapporti con le famiglie di ‘ndrangheta ha spiegato: «I rapporti tra il mio gruppo e i Nirta di San Luca iniziarono nel 2017 perché avevamo bisogno di una “salita” dai porti del Brasile (…) Dopo la rottura tra noi e i platioti, di cui ho raccontato nel corso di un precedente verbale (…) ci chiesero di trovare persone serie con cui lavorare. È in questo momento, come ho già spiegato, che iniziarono i rapporti con il gruppo di Nirta». E ancora: «Il mio compito era quello di garantire il passaggio dei soldi. Il 50% della cocaina (…) che arrivava a Gioia Tauro veniva venduta dal gruppo di San Luca (prevalentemente al Nord Italia e Sicilia) (…) vendeva a noi la cocaina a 5000/5500 Euro al kg, che divenivano 7.500/7.000 euro con il prezzo della salida».

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«Dovevamo trasformare la droga in mattonelle»

Entrando nei dettagli di un carico di droga l’ex latitante racconta poi: «In quella occasione (…) mi disse che dei colombiani avevano dei soldi di alcuni suoi parenti calabresi che vivono in Australia e quindi mi chiese se avevamo la possibilità di spedire cocaina per l’Australia. passando da Singapore. Io parlai con abbiamo fatto un gruppo con le chat PGP australiana in cui eravamo io (…) gli australiani parlavano in inglese. Noi avremmo dovuto prendere la droga dai colombiani che erano in contatto con gli Australiani e trasformarla in mattonelle di un metro per un metro. Si trattava di cocaina in panetti (hanno mandato una foto della droga che aveva marchio “MTM” o forse “TMT” in pacchi marroni). Il problema però nasceva dal fatto che per trasformare i panetti in mattonelle, si sarebbe dovuta triturare la merce, con il rischio che si sarebbe trasformata in gesso, mentre in Australia è richiesta solo la “scaglia”. A questo punto ho proposto di non trasformare la droga e di mandarla così come era a Goia Tauro in un carico di banane». «Persone di (…) – conclude – andarono a Guayakquil a prendere la droga dai colombiani. Con loro ho avuto contatti tramite SkyEcc per organizzare la consegna ma non ricordo il loro nickname. Ho lavorato con loro solo in quella occasione». (m.ripolo@corrierecal.it)

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