Il trasferimento tecnologico (TT) è il complesso processo attraverso il quale idee, scoperte e innovazione tecnologica generate nei laboratori di ricerca, sia accademici che degli Istituti di Ricerca pubblici e privati, vengono trasformate in prodotti e servizi per la comunità con un impatto significativo sulla società. Il tema del trasferimento tecnologico (TT) è notevolmente condensato nel ruolo dinamico della terza missione come estensione ed evoluzione necessaria ed essenziale della ricerca accademica per generare valore adattandosi alle esigenze della società.
Attualmente, questo argomento è particolarmente significativo nel campo della ricerca biomedica in cui le biotecnologie e le scienze omiche (genomica, proteomica, metabolomica) rappresentano una fonte inesauribile di innovazione con impatto imprevedibilmente elevato sulla società globale.
In Italia, in verità, la rete degli Istituti di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (IRCCS), sia di diritto pubblico che privato, contribuisce notevolmente al TT e molti di questi IRCCS sono dotati di personale dedicato allo scopo.
In un passato non molto lontano, un grande contributo all’innovazione tecnologica è stato fornito dall’industria farmaceutica italiana che ha avuto decenni di successo di livello internazionale. L’evoluzione dell’industria farmaceutica in sistemi sempre più integrati per far fronte ai cambiamenti della società ed alla notevole e costosa complessità ingegnerizzata per lo sviluppo di tecnologie per la salute sempre più efficaci e sicure ha portato ad una razionalizzazione che ha significato la perdita di investimenti in ricerca industriale anche nel nostro Paese. Mentre ciò ha sicuramente causato una perdita di posti di lavoro per fette molto qualificate delle nostre società è anche vero che la ricerca industriale ha aumentato il suo interesse verso gruppi dinamici di ricerca accademica da dove, dagli anni 80 origina la storia di importanti innovazioni. Certamente, questo è il caso dello sviluppo di diverse categorie di farmaci e vaccini innovativi risultati da una ricerca mirata a partire dal target.
Per discutere di questi argomenti, il 18 settembre prossimo, presso l’University Club dell’Università della Calabria (Unical), si terrà un workshop dal titolo “Paradigm Shift of Academic Research Valorization and Technology Transfer for EU Area”. Tale iniziativa nasce dalla collaborazione di farmacologi dell’Unical e dell’Università Magna Graecia di Catanzato (Unicz) con la Società Italiana di Neuroscienze, il Centro di Ricerche sulle Malattie Neurodegenerative, Dzne, di Bonn (Germania) e con il contributo dell’Area di Ricerca, Innovazione e Impatto Sociale (ARIIS) dell’Unical. Al workshop parteciperanno ricercatori italiani e stranieri provenienti sia dal mondo accademico che da enti di ricerca accanto a ricercatori e docenti universitari che si sono distinti nel settore del TT.
Non è sorprendente che un workshop su questi contenuti sia organizzato in Calabria. Infatti, è molto interessante notare come il giovane sistema universitario calabrese (supera di poco più di mezzo secolo la sua nascita) si sia saputo dotare di competenze apprezzabili a livello nazionale ed internazionale nel settore del TT. Infatti, sia l’Università Magna Graecia di Catanzaro che l’Università della Calabria di Rende (nel Cosentino) hanno contribuito allo sviluppo della cultura del TT tra i giovani ricercatori (anche tramite le periodiche competizioni d’idee di carattere regionale e nazionale) che contribuiscono significativamente alla costruzione e trasferimento di innovazione realizzando nuove iniziative accademiche (spin off) ed industriali (start up) in un ampio ventagli di settori. Inoltre, il sistema universitario calabrese ha anche favorito la costruzione degli incubatori tecnologici dove iniziative gemmate da ricerche universitarie incontrano l’interesse delle imprese con cui costruiscono joint venture. Ciò ha fatto da moltiplicatore anche per iniziative nazionali ed internazionali, private o miste, che si sono insediate in Calabria (vedi Entopan, NTT data ed altre) creando in tal modo l’ecosistema adeguato per il sostegno e lo sviluppo di iniziative in grado di trattenere i giovani nel sud del Paese. Nei prossimi giorni si svolgerà a Palermo la fase regionale mediterranea della Startup World Cup a dimostrazione del grande interesse di decine di investitori con un portafoglio di circa 10 miliardi di capitale per il dinamismo nel settore dell’innovazione e trasferimento tecnologico nei Paesi del Mediterraneo (ne parteciperanno ventidue).
Pertanto, accanto al tema fondamentale della valorizzazione dei risultati della ricerca accademica, dalla brevettazione alla creazione di impresa, le azioni e le politiche di coinvolgimento pubblico per la creazione di valore nell’Università e negli Istituti di Ricerca pubblici e privati in tutta l’area europea, saranno anche portati esempi attuali di TT di successo. Questo sforzo è necessario per dimostrare come se ancora esiste un divario tra ricerca scientifica e impresa questo oggi dispone dei tools adeguati con cui essere colmato per raggiungere l’obiettivo comune di migliorare la qualità della vita nella nostra società.
L’argomento è inoltre ritenuto molto importante in Europa per gli investimenti proposti anche dal Pnrr. Infatti, nell’ambito della Missione 4 – Componente 2, l’Investimento 2.2 “Partenariati per la ricerca e l’innovazione – Horizon Europe”, con una dotazione finanziaria di 200 milioni di euro in sovvenzioni, sostiene – dando continuità a iniziative realizzate attraverso il Fondo per la crescita sostenibile (FCS) – progetti di ricerca, sviluppo e innovazione individuati con specifici bandi per la partecipazione a partenariati (nell’ambito del programma Horizon Europe e in collaborazione con le controparti comunitarie). Inoltre, non mancano iniziative ad hoc di carattere regionale con fondi europei per il sostegno ai giovani per la costruzione di impresa.
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