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Traffico di droga, proposta «inammissibile» della Questura di Vibo: la moglie di Mazzeo resta in libertà

«Incompetenza territoriale del Tribunale di Catanzaro». Secondo i giudici bisogna «considerare il luogo di consumazione del reato»

Pubblicato il: 18/09/2024 – 13:37
di Giorgio Curcio
Traffico di droga, proposta «inammissibile» della Questura di Vibo: la moglie di Mazzeo resta in libertà

LAMEZIA TERME Un proposta «inammissibile» per la ravvisata «incompetenza per territorio». È quanto hanno deciso i giudici del Tribunale ordinario di Catanzaro (seconda sezione) nei confronti di Rosalba Vincenzina Galati (cl. ’74) di Mileto – assistita dall’avvocato Giuseppe Di Renzo – nonché coniuge di Michele Silvano Mazzeo, il classe ’71 recentemente passato al 41bis e coinvolto nell’inchiesta “Maestrale-Carthago” della Dda di Catanzaro.  
La donna, infatti, risulterebbe, sulla scorta delle indagini svolte dai Carabinieri di Gela nell’ambito dell’operazione “Chimera”, «partecipe di un sodalizio dedito al commercio di ingenti quantitativi di cocaina», una compagine criminosa «riconducibile alla famiglia mafiosa dei Sanfilippo, attiva prevalentemente nella zona di Mazzarino in Sicilia ma con ramificazioni operative anche in Calabria». Secondo l’inchiesta della Dda di Caltanissetta la donna, raggiunta da una misura cautelare il 18 agosto del 2021, avrebbe commesso i reati «dall’anno 2018 e con condotta perdurante, e vari reati fine, collocati temporalmente fino al mese di novembre 2018».

La decisione

Secondo il collegio giudicante, dunque, in tema di misure di prevenzione personali, «deve aversi riguardo al luogo di consumazione del reato che integra la manifestazione di pericolosità soggettiva in ragione del criterio di localizzazione giurisdizionale del fatto». Secondo quanto emerso dall’inchiesta i presunti reati della Galati sarebbero stati commessi in territorio siciliano (Mazzarino, provincia di Caltanissetta), mentre i reati fine ascritti alla donna nell’ordinanza cautelare indicano, genericamente, condotte commesse a Caltanissetta, Mazzarino, Vibo Valentia, Mileto e Gela fino all’anno 2018.
Per i giudici si tratta di elementi fattuali che evidenziano, pertanto, «l’incompetenza territoriale di questo Tribunale». E, dunque, ravvisata la propria incompetenza per territorio, i giudici hanno «dichiarato inammissibile la proposta di applicazione della misura di prevenzione della sorveglianza speciale avanzata dalla Questura di Vibo Valentia». Una decisione peraltro destinata a fare giurisprudenza. (g.curcio@corrierecal.it)

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