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Borbone e Savoia, insieme per San Gennaro. Ma per don Mimmo c’è solo Vangelo e Costituzione

Non proprio un lasciapassare per i due ultimi re d’Italia, turisti tra i tanti, solo turisti, per il miracolo del Santo

Pubblicato il: 19/09/2024 – 15:45
di Lucia Serino
Borbone e Savoia, insieme per San Gennaro. Ma per don Mimmo c’è solo Vangelo e Costituzione

Non sappiamo se il cerimoniale del Duomo di Napoli ha fatto la sua parte. Certo Monsignor Mimmo Battaglia li ha accolti e forse anche benedetti. San Gennaro ha fatto un doppio miracolo stamattina a Napoli. Ha sciolto il sangue facendo tirare un sospiro di sollievo ai napoletani e ha fatto ritrovare, seduti fianco a fianco, Emanuele Filiberto di Savoia e Carlo di Borbone, più volte presenti alle celebrazioni in Cattedrale ma mai insieme. I vertici di Casa Borbone e Casa Savoia hanno preso posto tra le autorità in Chiesa, seduti vicini, hanno chiacchierato e non si sono sottratti ai fotografati e alle interviste.
A debita distanza il governatore della Campania, De Luca e il sindaco di Napoli, Gaetano Manfredi. Abbronzati e con accento – soprattutto Carlo di Borbone – poco italiano hanno dovuto ascoltare le parole profondamente “democratiche” dell’arcivescovo Battaglia, don Mimmo, catanzarese di Satriano, in prima fila per la difesa degli ultimi, voce solida e autorevole nel dibattito pubblico che supera i confini di Napoli. Proprio per questo amato ma anche contestato, all’interno della sua stessa Chiesa, da chi non ne condivide scelte e presunta autorità.
E su quale punto arrivano le polemiche? Sulla eccessiva “colonizzazione” calabrese della diocesi di Napoli. Il suo segretario, ad esempio, è il superiore dei Padri Teatini don Carmine Mazza, calabrese, come calabrese è don Antonello Foderaro, reggino, decano della Pontificia facoltà teologica dell’Italia meridionale» di Napoli, poi sospesosi un mese fa perché indagato dalla Dda di Reggio Calabria nell’inchiesta «Ducale».
Schegge che non intaccano l’autorità morale di don Mimmo, voce preziosa anche contro l’autonomia differenziata. «Dico no alla legge della cosiddetta autonomia differenziata», disse all’indomani dell’approvazione della legge in Senato. «Lo sottolineo, oggi particolarmente, “Repubblica Democratica”, dove il sostantivo significa una cosa sola: unità del Paese nell’eguaglianza». Vangelo e Costituzione. Non proprio un lasciapassare per i due ultimi re d’Italia, turisti tra i tanti, solo turisti, per il miracolo del Santo. (redazione@corrierecal.it)

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