Adesione totale allo sciopero nazionale del 20 settembre da parte dei direttori del Ministero della Giustizia in servizio al Tribunale ed alla Procura della Repubblica di Vibo Valentia. Nel distretto della Corte d’Appello di Catanzaro, la partecipazione allo sciopero ha sfiorato il 90%. Lo sciopero e la manifestazione che lo ha preceduto, svoltasi a Roma il 10 settembre e partecipata da quasi 600 direttori, hanno rappresentato il “j’accuse” degli stessi contro la proposta di un contratto integrativo che, precludendo ogni sviluppo di carriera, appiattisce i direttori sulle famiglie professionali dell’area terza, rinnegando i concorsi, i titoli, la formazione e l’esperienza professionale degli stessi.
«Non si dimentichi che numerosi Uffici Giudiziari sono sprovvisti di un Dirigente. Che avverrà dopo la firma del contratto integrativo? Il CCNL, infatti, istituendo l’area delle Elevate Professionalità (EP), vi ha riversato le funzioni proprie dei direttori, ma senza prevedere alcun passaggio degli stessi, anzi creando un’area vuota. In parallelo, la proposta di contratto integrativo, sottratte al direttore quelle funzioni, lo trattiene e lo confonde tra le famiglie professionali della terza area.
Di fatto un demansionamento, contro il quale si è levata la quasi unanime protesta dei direttori della Giustizia con percentuali di adesione allo sciopero in ogni distretto inusuali per il pubblico impiego. Ma non sono rimasti indifferenti né la politica con ben sei interrogazioni parlamentari provenienti dagli schieramenti di maggioranza e di minoranza né l’ANM, l’Associazione Dirigenti di Giustizia, la Cassa Cancellieri e i numerosi vertici di distretto e circondario di Tribunale e Procura che hanno espresso interesse e solidarietà alla protesta». Così il coordinamento nazionale direttori giustizia.
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