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Caccia al denaro della ‘ndrangheta, segnalazioni sospette di riciclaggio a Crotone e Reggio Calabria

«L’esplosione dell’infiltrazione mafiosa nell’economia reale». In Calabria, gli alert nel biennio 2022/2023 sono 8.059

Pubblicato il: 09/10/2024 – 11:07
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Caccia al denaro della ‘ndrangheta, segnalazioni sospette di riciclaggio a Crotone e Reggio Calabria

COSENZA Duecento segnalazioni di operazioni sospette ogni 100.000 abitanti in provincia di Crotone. E’ il dato cristallizzato da Libera nel report “La Calabria, le Calabrie – storie di illegalità e percorsi di impegno“. Il capitolo dedicato al riciclaggio contiene numeri e dati di un fenomeno allarmante. Le segnalazioni sospette sono regolate da un decreto legislativo del 2007 e provengono da banche, intermediari finanziari e immobiliari, agenti di cambio, poste, società di gestione del risparmio, assicurazioni e altri soggetti obbligati a inviare alla Banca d’Italia qualsiasi transazione di denaro ritenuta sospettata e potenzialmente collegata al riciclaggio di denaro, al finanziamento del terrorismo o ad altre attività criminali.
Come sottolinea Libera, «le segnalazioni vengono ricevute dall’Unità di informazione finanziaria (UIF), un ufficio creato dallo stesso decreto del 2007 all’interno della Banca d’Italia, con sede a Roma». La Uif monitora le attività finanziarie illecite legate al riciclaggio e alla criminalità organizzata e in caso di sospetto fondato, trasmette la segnalazione alle forze di polizia, alle agenzie di sicurezza e vigilanza, e al procuratore nazionale antimafia. Non solo. In caso di operazioni ritenute a rischio alto, la UIF sollecita immediatamente l’intervento della Direzione Investigativa Antimafia e del Nucleo Speciale di Polizia Valutaria della Guardia di Finanza.

Spia rossa a Crotone

Nel rapporto, Libera riporta i dati per provincia. Si osserva un’elevata incidenza di segnalazioni per numero di abitanti a Crotone (oltre 220 segnalazioni ogni 100.000 abitanti), così come nelle province di Reggio Calabria, Caserta, Prato, Imperia, Brescia e Trieste, con oltre 100 segnalazioni ogni 100.000 abitanti.
In Calabria, nel biennio 2022/2023, le segnalazioni sospette complessivamente hanno raggiunto la cifra di 8.059, con un incremento del 4% rispetto al biennio pre-pandemico2018/2019. Si registra invece un calo del 4,5% del numero delle segnalazioni sospette inviate all’UIF nel 2023 rispetto al 2022. A livello provinciale, nel 2023, il maggior numero di segnalazioni sospette riguarda la provincia di Reggio Calabria con 1.147 segnalazioni, seguita da Cosenza con 1.119. Rispetto al 2022, solo la provincia di Crotone registra un incremento percentuale di segnalazioni sospette pari al 10,8%.

Il «boom» a Reggio Calabria

In un recente rapporto sul riciclaggio, il Centro studi di Unimpresa indica come in aumento le segnalazioni di movimenti legati alle cosche. «C’è una esplosione dell’infiltrazione mafiosa nell’economia reale e nella finanza: il termometro delle operazioni sospette di riciclaggio, infatti, segna un aumento dell’85%, tra il 2022 e il 2023, per quanto riguarda i movimenti di denaro sporco legati a organizzazioni criminali». A Reggio Calabria, Caserta e Napoli la quota di “alert mafiosi” è superiore o vicina al 50%: è la spia di una situazione cronicamente pericolosa». Circa 685 le segnalazioni effettuate nel Reggino.

«Lavanderie» e «banche nere»

All’illecito arricchimento segue la necessità di reintrodurre legalmente i soldi sporchi nel mercato. E come? La ‘ndrangheta a Roma si è affidata alla “Lavanderia Capitale”, «un sistema di riciclaggio a consumazione prolungata in cui giocano un ruolo criminalità romana, faccendieri, professionisti e imprenditori». Un complesso sistema in grado di «muovere più di milione di euro al giorno» ed all’interno del quale gravitano fatture false e operazioni fantasma poi confluite in una “banca nera”. E’ questo il sistema descritto dai giornalisti del Sole 24 Ore, Ivan Ciammarusti e Sara Monaci.

Le donne e il riciclaggio

Non vengono “battezzate”, non ricevano “cariche” e “doti” ma hanno potere e lo esercitano a favore del clan di appartenenza. Sul ruolo delle donne nella ‘ndrangheta si è soffermata la sostituta procuratrice della Dda di Catanzaro Annamaria Frustaci. Che ha svelato un dettaglio interessante circa l’impegno e l’attività svolta dalle donne di mala nelle operazioni di «riciclaggio e reimpiego di proventi illeciti, o nella gestione del patrimonio e delle attività economiche ed imprenditoriali della cosca». (f.b.)

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