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«Non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, ma siamo sulla strada per attraversarlo» – VIDEO

Il direttore regionale dell’Inps Giuseppe Greco, ospite di Supplemento d’indagine, analizza la situazione calabrese tra lavoro e welfare

Pubblicato il: 31/10/2024 – 10:43
«Non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, ma siamo sulla strada per attraversarlo» – VIDEO

LAMEZIA TERME Welfare, più di 500 servizi differenti e assistenza al cittadino. Oltre alla gestione delle pensioni, delle disoccupazioni e all’analisi dati che fotografa lo stato di salute della società. Un ente ormai a tutto tondo, quasi «monopolistico» nel campo del welfare: a spiegarlo è il direttore regionale dell’Inps Giuseppe Greco, ospite di “Supplemento d’indagine”, il format in onda su L’altro Corriere TV (canale 75) il mercoledì alle 20:40. Insieme a Danilo Monteleone, Greco approfondisce il ruolo, sempre più centrale e importante, dell’Istituto nazionale di previdenza sociale, analizzando la situazione calabrese tra pensionati, disoccupazione ed emigrazione giovanile. In attesa del bilancio sociale regionale che uscirà a breve, Greco non si sbilancia sui dati ma sottolinea la situazione difficile della Calabria in ambito occupazionale e pensionistico.

Welfare e sanità

«Se lo Stato segue il cittadino dalla nascita alla morte, si può dire che noi lo facciamo già da prima la nascita e anche dopo la morte». Esordisce Greco, riferendosi ai servizi garantiti dall’Inps, tra cui pensioni di reversibilità e i riconoscimenti di maternità. «Ma oggi l’Inps non risponde solo delle pensioni, che continuano a rimanere una delle colonne portanti dell’Istituto, ma parliamo di circa 500 prestazioni che eroghiamo a favore della popolazione». Dopo l’accorpamento di enti come l’Inpdap, il welfare si è sempre più centralizzato nelle mani dell’Inps, consentendo anche di «detenere un patrimonio di dati sulla popolazione che è una vera ricchezza. Abbiamo uno spaccato pressoché di tutte le dinamiche che interessano la società». Anche in ambito sanitario, l’Inps svolge un ruolo importante. Il direttore cita l’esempio della «convenzione siglata con la Regione sulle attività di accertamento medico legale, che in altre parti è in carico all’Asp, qui abbiamo ribaltato questa situazione. Questo ha consentito di ottimizzare i tempi, si è passati nella provincia di Reggio da una media di 470 giorni a sotto i 60 giorni». Un’eccellenza della Calabria, spiega Greco, che si unisce al servizio di prossimità territoriale garantito a chi fa domanda per invalidità civile.

In Calabria differenza tra mortalità e natalità in saldo negativo

Non solo welfare, ma anche report e bilanci che consentono di fotografare la situazione del paese. Se già è stato presentato il bilancio per quanto riguarda Cosenza, a breve seguiranno quelli delle altre province e, infine, quello regionale. I dati, anticipa Greco, seguono quelli di tutto il paese: invecchiamento della popolazione, scarsa natalità e una emigrazione giovanile più marcata rispetto al resto d’Italia. «In Calabria uno su quattro dei residenti ha più di 65 anni, questo fa un po’ impressione. Soprattutto se consideriamo che la differenza tra mortalità e natalità ha un saldo negativo di 8500 unità, un po’ mitigata dall’immigrazione». A questa si aggiunge l’emigrazione, «diversa da quella del passato perché una volta c’era una prospettiva di ritorno assoluta, oggi i giovani che hanno un titolo universitario e sono più formati hanno meno volontà di tornare». Il direttore dell’Istituto si sofferma poi sul dato di pensioni dovute alla conclusione del percorso lavorativo o per aver raggiunto l’età pensionistica. «Parliamo di 170 mila, cioè il 35% circa del totale, che sono pensioni di vecchiaia, mentre 127 mila quelle di anzianità. Il resto naturalmente sono tutte invalidità, superstiti o altre classificazioni»

Su attività ispettiva e occupazione in Calabria

Dai bilanci fuoriesce anche un altro dato fondamentale, che è quello dell’aumento degli incassi dell’Inps. Un risultato dovuto, spiega il direttore regionale, «all’attività ispettiva, quindi all’emersione del lavoro nero, alle irregolarità contributive». Un’attività ispettiva che funziona grazie «al cambio di rotta per quanto riguarda gli ispettori del lavoro, bandiremo un concorso per poter reperire altri 500 ispettori su base nazionale, questa è la strada principale per cominciare a rendere più incisivo l’effetto delle ispezioni». Più critica la situazione in ambito lavorativo, dove l’occupazione resta ancora a livelli bassi, seppur in crescita, rispetto alla media nazionale. «Parliamo del 44,6% rispetto al 60%, cifra che sarebbe ancora minore se si considera che molti lavoro sono stagionali e che nascondono una forma di disoccupazione. La Calabria è comunque la regione con il Pil più basso d’Italia, è una situazione difficile ma si sta provando a cambiare rotta. Non si vede ancora la luce in fondo al tunnel, ma diciamo che siamo sulla strada per attraversarlo».

Durc in crescita in Calabria

Una crescita, seppur minima ma «significativa», è quella che riguarda i Durc, il documento unico di regolarità contributiva. «Passiamo dal 69-70% a oltre il 71%. Parliamo di un documento fondamentale che attesta non solo la regolarità contributiva ma anche la correttezza dei versamenti e nel caso di aziende edili anche della cassa edile». Paradossalmente, sottolinea Greco, «la maggior parte dei Durc irregolari riguarda gli enti pubblici, problemi che poi si rivelano ai lavoratori al momento di andare in pensione o quando ne hanno bisogno». Ma è anche una questione di finanziamenti: «Per ottenerli serve avere un Durc regolare, soprattutto in ottica Pnrr. Quindi spesso mandiamo dipendenti a provare a risolvere la questione o, in caso, si attiva un contenzioso con l’Inps». (redazione@corrierecal.it)

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