Un sondaggio di “Open Società Fondation” evidenzia che più di un terzo dei giovani tra i 18 e i 35 anni sono favorevoli ad un regime militare o ad un leader autoritario per gestire il loro Paese. Il sondaggio è stato fatto intervistando oltre 36 mila persone di trenta paesi, con l’intento di ottenere opinioni circa i diritti umani.
L’indagine ha dato questi risultati: l’86 per cento preferisce vivere in un paese nel quale vige la democrazia, considerata la migliore forma per un Governo; il 20 per cento, invece, sostiene che i “sistemi autoritari” sono i più capaci a soddisfare le richieste dei cittadini ed a gestire le principali questioni che si dovessero presentare.
L’analisi riserva, però, una sorpresa: i giovani tra i 18 ed i 35 anni rappresentano la fascia più scettica a dare fiducia alla democrazia; così come il 24 per cento considera il regime militare il miglior modo per governare un paese.
Gli studiosi, a loro volta, ritengono che il problema è dovuto alle generazioni che hanno vissuto, nel loro paese, una serie di “shock” come conseguenza dell’instabilità che ha provocato crisi e molte polemiche.
Secondo i politologi tutto ciò sarebbe stato causa della poca fiducia riposta nella classe politica che spesso provoca disuguaglianze, ma anche corruzione che non sempre è combattuta.
E’, però, altrettanto vero che non ci può essere democrazia senza i partiti politici!
Il prof. Gianfranco Pasquino concorda sulle difficoltà sociali ed economiche dei paesi, nonché sulle responsabilità della classe politica. Anche se c’è da dire che sono i partiti ad insegnare la democrazia è come va praticata.
I diritti umani sono talmente radicati nelle società che è impossibile che possano svanire! Il problema, piuttosto, è dovuto nel non attribuire una parte di responsabilità alle persone anziane.
Le persone anziane che, pur avendo conosciuto il regime autoritario, non hanno mai trasferito ai giovani l’esperienza vissuta.
x
x