CATANZARO «Nella prima parte del 2024 l’espansione dell’economia calabrese è proseguita a ritmi modesti». Lo rivela la filiale di Catanzaro della Banca d’Italia nel rapporto sull’aggiornamento congiunturale dell’economia calabrese. «Le stime basate sull’indicatore trimestrale dell’economia regionale della Banca d’Italia – prosegue il rapporto – indicano per il primo trimestre un aumento del Pil (prodotto interno lordo) dello 0,4 per cento, un dato in linea con la media italiana. Secondo i risultati del sondaggio congiunturale condotto tra settembre e ottobre dalla Banca d’Italia il fatturato delle imprese calabresi nei primi mesi dell’anno è cresciuto moderatamente. La redditività e la liquidità aziendale sono rimaste sui livelli elevati dello scorso anno. L’industria in senso stretto – aggiunge Bankitalia – ha mostrato segnali di ripresa, sospinta principalmente dal comparto alimentare. Nel settore delle costruzioni è proseguita la fase espansiva del segmento delle opere pubbliche, che ha beneficiato degli interventi legati al Pnrr, l’edilizia privata ha invece risentito del ridimensionamento degli interventi di riqualificazione connessi al Superbonus».
Con riferimento al Pnrr secondo la Banca d’Italia «ad agosto 2024, le gare aggiudicate ammontavano a 1,2 miliardi di euro, il 77 per cento del valore complessivo bandito dal novembre 20214, un dato sostanzialmente in linea rispetto alla media del Mezzogiorno e dell’Italia. Il tasso di aggiudicazione variava tra il 41 per cento per i bandi gestiti della Regione e l’86 per cento per quelli delle amministrazioni centrali». Il rapporto della Banca d’Italia inoltre rileva poi che «i livelli occupazionali nella regione hanno continuato a crescere, sebbene a un ritmo inferiore rispetto alla media nazionale, alimentati della componente del lavoro alle dipendenze. Ne è conseguita una riduzione del tasso di disoccupazione. L’incremento dell’occupazione ha contribuito a sostenere i redditi delle famiglie calabresi, aumentati anche in termini reali grazie alla crescita contenuta dei prezzi. Ciononostante i consumi delle famiglie si sono leggermente ridotti, risentendo ancora dell’ampia perdita del potere di acquisto accumulatasi nel biennio 2022-23». (a. c.)
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