Tutti a caccia di Ozempic, il farmaco miracolo che fa(rebbe) dimagrire
Mentre in Calabria viene istituito il registro regionale dei diabetici

CATANZARO Per quanto tempo ancora potremmo contare sul fatto che in Calabria si mangia bene come leva d’attrazione turistica? In realtà, se guardiamo alla ricetta della longevità e al numero dei novantenni, per nostra fortuna la Calabria è messa bene. Ma quello che un tempo sembrava una ricchezza, l’abbondanza del cibo, oggi sembra essersi trasformato nella nostra condanna. Patologie metaboliche, diabete in testa, l’incubo della bilancia e una nuova corsa di salute farmacologica all’orizzonte che al momento sembra essere destinata ad aggravare la cesura sociale tra ricchi e poveri. Di cosa parliamo? All’inizio erano “solo” farmaci anti diabete. Presto si è capito che sarebbero stati perfetti per combattere l’obesità. E, allargandone l’uso ai vagamente sovrappeso, per favorire una magrezza diffusa, agognata da sempre, in pochi mesi di ricerca in accelerazione costante, avremmo scoperto che la semaglutide – il farmaco al centro di tutto, parte degli agonisti del ricettore dell’ormone GLP-1 che regola il glucosio e l’appetito – attiva una sequenza di van- taggi “collaterali”.
Una vera rivoluzione, i più audaci hanno paragonato l’Ozempic e i suoi fratelli alla penicillina. Le industrie farmaceutiche si sono scatenate, e anche i nostri sogni di vincere la battaglia delle battaglie, perdere peso e rimanete in salute oltre i 50. Ma anche i più giovani, ahinoi, cresciuti a cibi processati e industrializzati, non scherzano con la bilancia. Arriverà prima o poi il momento di fare i conti con un modello sociale che ci vuole – noi donne soprattutto – in pace con la nostra affermazione professionale, libere da meccanismi “lava-stira-ammira” e al tempo stesso responsabili della crescita sana e naturale dei nostri figli senza avere la possibilità di uno chef casalingo che non sia la rosticceria sotto casa. Ma questo è un altro discorso. Veniamo alla malattia che sono transitate per il benessere ma che ora rischiamo di affliggere soprattutto le fasce più povere della popolazione. Il riverbero economico della semaglutide è apparso subito evidente, con lo scatenamento dell’industria del farmaco che ha registrato guadagni trilionari (la danese Novo Nordisk, produttrice di Ozempic e Wegovy, è l’impresa europea oggi più valutata).
Ci sono, tra tanti, due nodi da sciogliere. Il primo è l’accessibilità. Stiamo parlando di una rivolu- zione elitaria, privatissima, per chi se la può permettere? Le iniziative pubbliche, fuori dai circuiti del privilegio, si stanno moltiplicando. Il sindaco di Rio, Eduardo Paes, ha promesso – in caso di rielezione – di offrire gratuitamente l’Ozempic attraverso i medici di famiglia. Il governo di Londra, laburista, sta invece valutando di distribuire farmaci a base di semaglutide a 3 milioni di obesi e disoccupati.
Il cambiamento si è appena innescato e attende verifiche scientifiche. Nel frattempo non si non guardare con positività all’introduzione voluto dalla Regione Calabria del registro regionale dei diabetici. E’ uno strumento cruciale nel quadro della Rete regionale assistenziale diabetologica e, con il contributo di tutte le Asp e il coordinamento del Dipartimento Salute della Regione, avremo un costante aggiornamento delle condizioni dei pazienti e dei loro bisogni. Si potranno così sostenere con più forza le iniziative già in atto, come i Percorsi diagnostico terapeutici assistenziali, e programmare nuovi servizi di cura e nuove campagne di prevenzione e screening per intervenire sul diffondersi di una malattia che tende altrimenti a sfuggire ad un attento e puntuale controllo. (redazione@corrierecal.it)
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