Sequestro record da 5 tonnellate di cocaina, il comandante calabrese condannato a 16 anni
Dalla nave Plutus al peschereccio guidato da Vincenzo Catalano, un carico da quasi un miliardo di euro. Il pm aveva chiesto 30 anni

PALERMO La nave si muove verso Porto Empedocle, a bordo l’equipaggio e cinque tonnellate di cocaina. Non ci sono errori nella descrizione della quantità, il carico di polvere bianca intercettato dai finanzieri del nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo a bordo della nave Plutus, battente bandiera di Palau, è il più grosso mai sequestrato in Italia. E’ il 2023, l’imbarcazione partita dall’America centrale, da Santo Domingo, attracca in Sicilia, a Porto Empedocle: snodo finale per immettere sul mercato la droga. Un passaggio interrotto dall’intervento degli investigatori pronti a stoppare l’azione dei narcos. Quel carico avrebbe potuto fruttare circa un miliardo di euro.
Il processo
Nelle scorse ore, per gli imputati finiti a processo è arrivata la sentenza di condanna in primo grado. Il gip di Palermo Marco Gaeta ha condannato a sedici anni il russo Viktor Dyachenko – capitano della nave Plutus ritenuta da chi indaga imbarcazione madre della droga – stessa pena anche per Vincenzo Catalano, 35enne originario di Bagnara Calabra e comandante del peschereccio Ferdinando D’Aragona (bloccato a Porto Empedocle e sul quale furono trasferite 5,3 tonnellate di cocaina). Condanne meno pesanti, invece, per i membri dell’equipaggio: Kamel Thamlaoui a 14 anni, Samj Mejri e Elvis Lleshaj a 12 anni di reclusione. Disposte multe da 100 mila euro per comandanti e 80 mila per i membri dell’equipaggio. Inoltre per tutti gli imputati stranieri è stata disposta l’espulsione.
L’indagine
In una delicatissima azione investigativa, sia per i numeri legati al valore della droga e sia per la complessità di intervenire in mare, i finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Palermo sono riusciti a ricostruire il presunto modus operandi adottato dall’equipaggio che dopo aver gettato in acqua l’intero carico di droga ha atteso l’arrivo del peschereccio pronto a caricarlo a bordo.
Le indagini, coordinate dalla Distrettuale antimafia di Palermo, hanno permesso inoltre di tracciare il percorso dell’imbarcazione: partita da Santo Domingo, attraccata prima a Trinidad e Tobago e poi a Las Palmas in Spagna. Giunta in Italia, gli uomini a bordo hanno affidato il carico all’equipaggio guidato – secondo l’accusa – dal calabrese Catalano. La “Plutus” ha tentato poi di abbandonare le acque italiane dirigendosi in Turchia, ma i finanzieri hanno interrotto la fuga. Per Vincenzo Catalano (difeso dall’avvocato del foro di Cosenza Piergiuseppe Cutrì), il pm aveva invocato una pena a 30 anni di reclusione. Il gip, invece, ha inteso escludere la sussistenza dell’associazione mafiosa a suo carico e disposto una pena meno pensate. Del Collegio difensivo fanno parte gli avvocati Salvatore Silvestro, Fabio Ferrara, Riccardo Lo Bue, Alexa Dnzenziska. (f.benincasa@corrierecal.it)
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