Bastano un paio di patate, una cipolla, acqua, sale, pepe nero, i bucatini spezzettati e sopra formaggio di solo latte di capra, piccante. Poi vino e amici e fuoco. L’importante è cucinarne troppi, così restano per la sera da ripassare in padella. “Ho una padella piena di pasta in cucina” esclama S. Ce l’ha davvero, bucatini spezzettati con le patate. Accende il fuoco sotto la padella e li ripassa, aggiungendoci un’abbondante annaffiata d’olio. Me li mette nel piatto belli bruciacchiati, ci gratta sopra il formaggio e ci spolvera il pepe nero. Finiamo la birra e passiamo al vino che smorza la dolcezza della cipolla che lega meravigliosamente le patate alla pasta. Ce n’è tanta, e accetto una nuova cascata di pasta e un altro bicchiere di vino. La soddisfazione colora il volto dello sfregiato che mi sta di fronte, la cicatrice a esse quasi non si vede più. Mangiamo senza parlare nel fragore delle nostre mascelle e degli schiocchi delle lingue contro il palato.
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