ROMA Un abbraccio di conforto in un momento di disperazione. In primo piano una donna e un uomo. Sullo sfondo un gruppo di migranti reduci da uno sbarco. Il porto è quello di Roccella Jonica, in provincia di Reggio Calabria. Lo scatto realizzato dalla fotoreporter freelance Valeria Ferraro è la copertina dell’ottava edizione del Report annuale della Fondazione Migrantes “Popoli in cammino… senza diritto d’asilo” presentato a Roma nell’Aula Magna della Pontificia Università Gregoriana. All’interno del volume, curato da Cristina Molfetta e Chiara Marchetti, anche alcuni scatti realizzati da Ferraro dopo la strage di migranti di Steccato di Cutro.
«Come ogni anno – racconta al Corriere della Calabria Chiara Marchetti – scegliamo non solo una foto di copertina, ma una fotografa o un fotografo che sia in linea non solo con le tematiche ma anche con lo spirito che portiamo avanti. Attraverso quest’opera collettiva interessa da un lato provocare emozioni e riflessioni e allo stesso tempo dare strumenti di lettura attraverso dati e analisi. E’ importante l’impatto che una fotografia o più fotografie riescono a provocare nel lettore: la foto di copertina che abbiamo scelto è significativa perché in un solo scatto ci sembra che racchiuda da un lato i drammi, la paura, la sofferenza, la fatica del viaggio, attraverso una coppia che si riabbraccia subito dopo lo sbarco, ma che allo stesso tempo possa anche preludere forse a un domani migliore».
Il volume è articolato al suo interno in 4 sezioni che spaziano dalla dimensione mondiale a quella europea, da quella nazionale a quella etica. Ogni sezione è accompagnata da accurati e commentati approfondimenti statistici con un’attenzione specifica ai dati sui minori stranieri non accompagnati. Il report 2024 si apre con una Introduzione che riporta una frase di Papa Francesco, pronunciata durante l’Udienza generale del 28 agosto 2024, che ha “animato” tutto il lavoro: «Bisogna dirlo con chiarezza: c’è chi opera sistematicamente e con ogni mezzo per respingere i migranti. E questo quando è fatto con coscienza e responsabilità, è un peccato grave». Nel suo saluto di apertura della presentazione, monsignor Pierpaolo Felicolo, direttore generale della Fondazione Migrantes, si è augurato che «questo lavoro possa aiutare a rendersi conto di chi sono le persone verso cui si stanno attuando veri crimini di “lesa umanità”», come ha definito all’inizio di questo mese il Papa tutte le forme di schiavitù moderna, in particolare la tratta di esseri umani. «Sono crimini – ha aggiunto monsignor Felicolo – che non possiamo più solo “registrare”. E sono persone alle quali abbiamo il dovere di restituire giustizia e umanità».
Dai dati raccolti emerge che alla fine di agosto 2024 la stima (minima) dei rifugiati e migranti morti o dispersi nel Mediterraneo ha raggiunto le 1.342 unità. «Ancora una volta a pagare il tributo di gran lunga più pesante sono coloro che tentano la traversata del Mediterraneo centrale: 1.053 vittime. Dopo un triennio di diminuzione, nel Mediterraneo centrale il rapporto fra morti/dispersi in mare e arrivi in Italia o a Malta è in crescita per il secondo anno consecutivo: oggi il rischio di perdere la vita sulla rotta è pari a un caso ogni 40 arrivi. Era stato di uno ogni 63 arrivi nel 2023 e di uno ogni 75 nel 2022». Cresce poi «il numero di migranti e rifugiati intercettati dalla cosiddetta “Guardia costiera” libica e deportati in un sistema organizzato di miseria, arbitrio, vessazioni, taglieggiamenti e violenze: solo nel periodo gennaio-agosto 2024 ne sono già stati fermati in mare 16.220, contro i 17.190 di tutto il 2023».
Sono circa 120 milioni le persone che nel mondo sono in fuga a causa delle guerre. Un numero altissimo e destinato a crescere: i conflitti in Medio Oriente e in Ucraina e Russia non fanno altro che far aumentare costantemente il numero di persone che scappano dai propri paesi d’origine. La previsione è che saranno 130 milioni entro la fine dell’anno.
Il report, inoltre, dà conto dei cambi normativi e della prospettiva della Dottrina sociale della Chiesa, non rinunciando – nonostante il quadro di sempre maggiore compressione dei diritti dei richiedenti asilo e dei rifugiati – ad aprire prospettive e a segnalare esperienze che danno speranza. «Quello che abbiamo rilevato – spiega ai nostri microfoni Chiara Marchetti – è che a fronte di una continua, e anzi incrementata platea di persone costrette a fuggire, per queste persone è sempre più difficile trovare asilo, protezione e sicurezza. Ci chiediamo se effettivamente in Italia e in Europa non si stia promuovendo non più una politica d’asilo e di accoglienza, ma una politica che è sempre più simile a una politica di detenzione e di espulsione dei rifugiati». (m.ripolo@corrierecal.it)
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