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Marijuana e coltivazioni illegali: la “terra di confine” tra Vibo e Reggio all’ombra dei clan

Ennesimo blitz eseguito a cavallo delle due province. Nell’ultima inchiesta della Procura vibonese coinvolti nomi “già noti”. Le indagini partite dall’estate del 2022

Pubblicato il: 13/12/2024 – 19:25
di Giorgio Curcio
Marijuana e coltivazioni illegali: la “terra di confine” tra Vibo e Reggio all’ombra dei clan

VIBO VALENTIA Una vasta piantagione di canapa indiana nascosta all’interno di un canneto, composta da piante di altezza compresa tra 15 e 20 centimetri circa e irrigata attraverso un impianto a goccia ad hoc, composto da tubi disposti in file parallele ed equidistanti tra loro. È il 5 agosto del 2022 e i Carabinieri della Stazione di Limbadi ancora non sanno che quello che si sono trovati di fronte è molto più che una semplice coltivazione illegale di marijuana.

La videosorveglianza

Dopo il rinvenimento, infatti, i militari predispongono un servizio di osservazione attraverso un sistema di videosorveglianza che avrebbe consentito alla pg di ricostruire una via vai di due uomini. “Critical Hit” dell’azienda “La Semilla automatica” e “Lsd Auto” dell’azienda “Barneys Farm”: queste le etichette rinvenute sul posto dalla pg. Dalla successiva verifica sarebbe poi emerso che si trattava di tipologie di piante del tipo “ibrido” contenenti dunque alte percentuali di THC (intorno al 17%), con un ciclo vegetativo completo tra 80 e 90 giorni ed un’altezza variabile dai 100 ai 150 cm.

Il blitz

I militari così decidono di disseminare la zona di telecamere, le cui immagini nel giro di alcune settimane avrebbero consentito ai militari di immortalare Sante Restuccia, Antonio Paladino e Gaetano Palaia, tutti e tre raggiunti da una nuova ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, su richiesta della Procura vibonese, guidata da Camillo Falvo.
Le immagini avrebbero immortalato, dunque, gli indagati mentre sarebbero stati impegnati nell’irrigazione e nella concimazione della piantagione, realizzata attraverso una cisterna che sarebbe stata collegata all’impianto di irrigazione a goccia, la cui diffusione avveniva grazie all’utilizzo di un motore a scoppio.

Legale e illegale

Dalle indagini dei Carabinieri è poi emerso che, in una zona contigua, era presente un’altra piantagione di canapa indiana legale, ancora in fase di germogliazione, composta da poco più di mille piante. Ma l’attività di controllo avrebbe dimostrato ben altro. Nel corso di un appostamento, infatti, gli uomini della pg avrebbero visto sopraggiungere alcuni soggetti che poi si sarebbero addentrati nella piantagione “legale”, riuscendo però a dileguarsi, lasciando dietro di sé alcune buste con circa 30 kg di sostanza vegetale. Così, il giorno successivo, i militari si recano nell’azienda di Restuccia e, dopo aver effettuato alcuni controlli, avrebbero rilevato alcune incongruenze. E così, dopo l’esito positivo del narcotest, i Carabinieri hanno sequestrato l’area di circa 9mila mq, con il successivo campionamento, e l’arresto dello stesso Restuccia. La perquisizione, poi, ha consentito di trovare altri 24 sacchi pieni di marijuana essiccata, insieme a due giubbotti antiproiettile.

Incastrati dalle foto sul telefono

Altre 178 piante illegali, poi, saranno ritrovate nei pressi di un secondo piazzale mentre a Rosarno, nella sede della “Universal Fruit” di Gaetano Palaia, i militari trovano altri 2 kg di marijuana occultata all’interno di un fusto di plastica. Qui, però, saranno trovate anche armi da guerra clandestine e munizioni. Il resto, poi, sarebbe emerso dall’analisi dei dati estrapolati dagli smartphone di Restuccia e Palaia. In particolare, nella galleria fotografica di quest’ultimo, gli inquirenti trovano diversi scatti raffiguranti diversi prodotti di concimazione, prodotti per fornire nutrienti alle piante oppure altre foto che immortalavano il canneto da più prospettive dove poi avrebbero realizzato la piantagione di marijuana. Tutte foto precedenti rispetto al blitz effettuato ad agosto dai Carabinieri. (g.curcio@corrierecal.it)

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