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Ruperti: «A Vibo una microcriminalità “generazionale”. La lotta alla ‘ndrangheta è il nostro core business»

Il questore traccia un bilancio del 2024: «Quasi 200 mila controlli e 400 denunce». Dalla violenza di genere all’attenzione su b&b e case vacanze

Pubblicato il: 23/12/2024 – 13:45
Ruperti: «A Vibo una microcriminalità “generazionale”. La lotta alla ‘ndrangheta è il nostro core business»

VIBO VALENTIA Quasi 200 mila controlli, più di 400 persone denunciate e circa 60 arresti in flagranza. Numeri in crescendo che testimoniano la presenza e l’attenzione capillare della Polizia su un territorio complicato come quello vibonese. Il questore di Vibo Rodolfo Ruperti ha incontrato la stampa stamattina nel suo ufficio nella sede di via S.Aloe per i consueti auguri natalizi e per tracciare il bilancio di un 2024 come al solito “impegnativo” per la Polizia di Stato. Un anno segnato, soprattutto, dal passaggio di consegne con il questore uscente Cristiano Tatarelli, cambio al vertice a cui hanno avuto seguito diverse sostituzioni anche in ambito dirigenziale. Funzionari che «stanno facendo sicuramente bene così come facevano bene quelli di prima». Per Ruperti, ormai insediatosi 9 mesi fa, un ritorno a Vibo dopo aver guidato la Squadra mobile.

I dati dell’ultimo anno: emessi oltre 80 fogli di via obbligatorio

Dalla violenza di genere alla microcriminalità, ovviamente senza tralasciare quello che è il «core business» per la Questura vibonese, ovvero la lotta alla criminalità organizzata. Ma anche prevenzione e costanti controlli sul territorio. «Abbiamo cercato di curare il più possibile la prevenzione di comportamenti delittuosi» spiega Ruperti, che cita anche alcuni numeri: «Quasi 200 mila controlli, un numero alto se consideriamo la popolazione dimorante in provincia». Da questi sono derivati circa 400 denunce all’autorità giudiziaria, 60 arresti in flagranza, oltre alle misure di prevenzione a disposizione del questore: «Come l’uso dell’avviso orale che è sicuramente efficace o i fogli di via obbligatorio, di cui ne abbiamo emessi circa 80 negli ultimi 7-8 mesi. Si tratta di soggetti pericolosi che magari non hanno motivo di essere su questo territorio».

Una microcriminalità «generazionale»

Ruperti segnala anche l’aumento di controlli per quanto riguarda la movida, sia nel centro città sia nel resto della provincia, in particolare in estate quando c’è una maggiore presenza di turisti. «Noi facciamo tanti controlli in mezzo alla strada e soprattutto dove ci sono i punti di aggregazione. Magari incontriamo ragazzi con tirapugni o coltelli. L’importante è non abbassare l’attenzione, attuando diverse misure di prevenzione, dall’avviso orale al Dacur». Per il questore anche Vibo soffre di microcriminalità, pur avendo pochi furti e rapine, ma si tratta di «una microcriminalità generazionale, sono tutti “figli d’arte”. Bisogna stargli dietro, controllarli anche con piccole denunce perché devono capire che c’è uno Stato che li guarda».

Sulla violenza di genere: «Alcuni comportamenti vengono tollerati, diffondiamo il coraggio della denuncia»

All’attenzione del questore anche la violenza di genere: «Ma non segnaliamo tantissimi casi di violenza sulle donne, spesso ci sono maltrattamenti. Noi dobbiamo essere un po’ più “invasivi” con le attività di prevenzione, di ascolto e diffondere il coraggio della denuncia. Perché siamo in un territorio dove forse alcuni comportamenti vengono tollerati». La parola chiave, dunque, per il questore Ruperti è prevenzione, ma sottolineando che «non ci sono particolari situazioni allarmanti o punti di criticità. Però non bisogna mai abbassare la soglia dell’attenzione». Per il prossimo anno, aggiunge, «semplicemente continueremo quello che stiamo facendo, quindi tanto controllo, tanta attività e cercare di far funzionare sempre meglio tutti gli uffici che devono dare anche risposte di carattere amministrativo al pubblico che si rivolge a noi, cercando sempre più di coinvolgere la società civile in alcuni progetti che piano piano elaboreremo e proporremo».

I controlli sui B&B

Tra questi, di recente, è stato siglato un patto con Confcommercio per intensificare i controlli sulle strutture ricettive e alberghiere. «C’è un problema prevalentemente di b&b e case vacanze, abbiamo notato che non c’è un controllo sulle presenze, non c’è un confronto de visu con i clienti. Abbiamo anche trovato un b&b in cui i clienti si scambiavano la chiave senza che il titolare li identificasse e questa è una situazione grave, perché si tratta di una legge fatta per prevenire principalmente il terrorismo. Oppure, se un mafioso va a dormire da qualche parte nessuno lo registra. Il gestore in questo caso si rende responsabile di un reato specifico». Controlli, dunque, in tutti gli ambiti, garantisce il questore Ruperti, senza però dimenticare quello che è «il core business della Questura di Vibo, ma in generale di tutte quelle calabresi, che è la lotta alla criminalità organizzata. Chi mi conosce – glissa il questore – sa che sulla ‘ndrangheta preferisco parlare dopo, ma sicuramente è per noi una questione prioritaria». (ma.ru.)

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