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Glaciazione demografica e aree interne: un dramma calabrese

Nella bellissima intervista al “Corriere della Calabria” la Dott.ssa Leona Cremonese, CEO del GATJC Fertility Center , evidenzia, con acume e profondità di analisi, un elemento scarsamente utilizz…

Pubblicato il: 19/01/2025 – 22:15
di Pasquale Mancuso*
Glaciazione demografica e aree interne: un dramma calabrese

Nella bellissima intervista al “Corriere della Calabria” la Dott.ssa Leona Cremonese, CEO del GATJC Fertility Center , evidenzia, con acume e profondità di analisi, un elemento scarsamente utilizzato nella riflessione sulle cause dello spopolamento demografico in Calabria: la massiccia migrazione di persone dalla nostra Regione in “età fertile”.
La Dott.ssa Cremonese, puntualmente, indica cifre disarmanti e colloca il nostro Paese, insieme alla Spagna, fanalino di coda per indice di fertilità con un malinconico 1,34 (gli ultimi dati sarebbero a 1,26) facendone corrispondere le cause non soltanto al piano squisitamente medico ma anche sullo spostamento preoccupante in avanti dell’età nella quale le donne partoriscono a causa dell’insicurezza economica e lavorativa dei nuclei familiari e dalla stessa condizione delle donne, inserendo tutti questi elementi anche “dentro” un più vasto ragionamento riguardante la procreazione medicalmente assistita.
Ancor più gravemente viene rilevato che “in questo momento solo 340mila persone si trovano nella cosiddetta età fertile” determinato anche da una fortissima emigrazione di giovani e che “in alcuni contesti, come la Calabria, possiamo anche parlare di glaciazione demografica”.
Ed è su questo termine, glaciazione demografica, che occorre soffermarsi per verificarne l’effettiva pericolosità ed inesorabilità in un contesto regionale assai complesso e variegato e che è sicuramente condizionato dalla “lettura” demografica che presenta “punte” di particolare crisi ed entità.
Se prendiamo come riferimento le Aree Interne della Calabria alcuni dati sono impressionanti e confermerebbero, purtroppo, la “glaciazione demografica”.
Due esempi su tutti: i Comuni dell’Area “Grecanica”, in provincia di Reggio Calabria, e quelli dell’Area “Alto Tirreno-Pollino”, in provincia di Cosenza, ricompresi tutti nelle Aree della Strategia Nazionale Aree Interne della Calabria (S.N.A.I.).
L’Area Grecanica comprende 11 Comuni: Bagaladi, Bova, Bruzzano Zeffirio, Cardeto, Ferruzzano, Montebello Ionico, Palizzi, Roccaforte del Greco, Roghudi, San Lorenzo,Staiti, Melito Porto Salvo, Condofuri, Bova Marina e Brancaleone.
Nella Strategia d’Area che ha accompagnato e preceduto la firma dell’A.P.Q. riguardante l’Area S.N.AI. “Grecanica” l’analisi demografica è impietosa:” Se le dinamiche demografiche osservate nel periodo 2001 – 2015 si confermassero nei prossini 15 anni nella quasi totalità dei Centri e dei Borghi Interni dei Comuni dell’Area Progetto non ci sarebbero più bambini e ragazzi sotto i 15 anni e quindi nemmeno speranza e futuro”.
L’Area Alto Tirreno-Pollino comprende 15 Comuni: Acquaformosa, Aieta, Firmo, Laino Borgo, Laino Castello, Lungro, Morano Calabro, Mormanno, Orsomarso, Papasidero, San Basile, San Donato di Ninea, Santa Domenica Talao, Saracena e Verbicaro.
Negli atti ufficiali della Giunta regionale della Calabria, la D.G.R. n. 662/2022 con la quale è stato approvato il Dossier di completamento delle candidature Aree SNAI al cofinanziamento regionale per la programmazione 2021-2027, si legge che l’ Area Alto Tirreno -Pollino, con i dati ISTAT ovviamente, “mostra una dinamica demografica negativa molto più ampia di quella media regionale e delle aree interne calabresi” ed “il declino demografico dell’Area in questione conferma una marginalità storicamente più profonda rispetto al resto del territorio calabrese”.
Numeri alla mano: nel 1951 nei 15 Comuni la popolazione complessiva era di 51.733 abitanti, nel 2020 la popolazione complessiva risultava sostanzialmente dimezzata ovvero soltanto n. 26.358 abitanti.
Questo significa che se nei prossimi 70 anni la dinamica demografica dovesse essere confermata rispetto al periodo 1951/2020 ci troveremmo innanzi alla irreversibile desertificazione del territorio ( per intenderci ai ruderi di “Sperone” del fortunatissimo ed emblematico film “Un mondo a parte”) a tal punto che “In alcuni Comuni dell’Area (Papasidero, San Basile) gli alti tassi di spopolamento hanno talmente eroso la base demografica di partenza – già di per sé molto piccola – al punto in cui è difficile immaginare la sostenibilità di una possibile inversione di tendenza, sebbene si renda necessario intervenire a sostegno del consolidamento, almeno, della loro condizione demografica attuale” senza dimenticare che “ i fenomeni di spopolamento si associano, di norma, a forti dinamiche di invecchiamento della popolazione ed ad altri fenomeni sociali che insieme concorrono al circolo vizioso del declino demografico”.
Persa, dunque, ogni speranza? Una strada, ma non la sola ovviamente, sembrerebbe essere percorribile secondo gli esperti che hanno curato gli “atti” formali sopra richiamati: la presenza del Parco Nazionale dell’Aspromonte e del Parco Nazionale del Pollino che insistono nei Comuni di entrambe le Aree possono costituire un elemento di forza su cui puntare per arginare l’inarrestabile tendenza demografica negativa. Noi sappiamo, tuttavia, che tanto altro è necessario. E su questo, presto, torneremo.
*Segreteria regionale Pd Calabria – Aree Interne

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