Skip to main content

Ultimo aggiornamento alle 14:22
Corriere della Calabria - Home

I nostri canali


Si legge in: 4 minuti
Cambia colore:
 

la situazione

Bonifica, tutto (ancora) fermo a Crotone: Paur ostacolo insormontabile

Il Provvedimento autorizzatorio unico regionale non consente di andare oltre. Ed Eni Rewind prende ancora tempo

Pubblicato il: 20/01/2025 – 12:15
di Gaetano Megna
00:00
00:00
Ascolta la versione audio dell'articolo
Bonifica, tutto (ancora) fermo a Crotone: Paur ostacolo insormontabile

CROTONE Le ruspe non sono state messe in moto. Questa mattina non sono partiti i lavori per lo smantellamento della discarica fronte mare a Crotone, così come avrebbero voluto Eni Rewind e il ministero dell’Ambiente. Non sono partiti perché la società Sovreco, proprietaria della discarica di Columbra non ha inteso firmare il contratto con la società dell’Eni che si occupa della bonifica nell’area industriale di Crotone. Come si evince dalla nota del 17 gennaio scorso la proprietà di Sovreco non ha inteso firmare il contratto perché teme il blocco giudiziario che potrebbe arrivare dal Tribunale amministrativo regionale della Calabria. Sostanzialmente Sovreco non dice no all’ipotesi di conferimento dei veleni nella discarica di Columbra, ma chiede che sia prima risolto il problema dell’eventuale blocco delle attività che potrebbe scattare a causa del contenuto del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (Paur) approvato il 2 agosto del 2019 dall’allora giunta regionale calabrese guidata da Mario Oliverio.

Ostacolo insormontabile

In sostanza il Paur è un ostacolo insormontabile perché sancisce che i veleni di Crotone debbano essere smaltiti fuori dal territorio calabrese. Una scelta non legata a questioni propagandistiche o di comodo, ma riconducibile alla grave situazione ambientale in cui versava e versa la città pitagorica. Non rappresenta una novità il fatto che a Crotone la mortalità per cancro è riconducibile alla questione ambientale. Sino a quando il contenuto del Paur è operativo ogni decisione presa, anche a livello di ministero dell’Ambiente, potrebbe essere destinata al fallimento. Questo, però, non risolve il problema perché i veleni continuano a restare nella discarica fronte mare di proprietà dell’Eni.

Ministero ed Eni Rewind

Dal canto suo il ministero dell’Ambiente aveva pensato di risolvere la questione approvando il decreto 1 agosto 2024 firmato dal dirigente generale economia circolare e bonifica, Luca Proietti. Questo decreto aveva l’ambizione di sterilizzare il contenuto del Paur, tanto è vero che il ministero dell’Ambiente, lo sorso 24 settembre, ha diffidato Eni rewind ad avviare le attività di bonifica utilizzando il deposito D15 che era stato costruito all’interno del sito dell’ex Pertusola sud. In sostanza il ministero indicava la via che, a suo avviso, avrebbe consentito di aggirare l’ostacolo del Paur. Un escamotage che, in quel momento, non ha trovato la condivisione di Eni Rewind che, replicando alla diffida del ministero, lo invitava a intervenire nei confronti della Regione per chiedere la cancellazione dei vincoli introdotti dal Paur. Eni Rewind non ha gradito nemmeno il coinvolgimento della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Crotone. Il vincolo del Paur non è facilmente superabile e, quindi, anche la proprietà di Columbra non si lascia trascinare in una procedura che potrebbe produrre danni economici e di immagine oltre che giudiziari, alla luce anche del ricorso al Tar presentato da Regione, Comune e Provincia di Crotone. Le bocce tornano a fermarsi proprio quando Eni Rewind, dopo anni di negazione, ha deciso di rendere pubblica l’esistenza in Europa di discariche con capacità adeguate per accogliere i veleni di Crotone.

I dubbi sul futuro

Le bocce si fermano perché Eni Rewind spinge per portare a Columbra una parte di quel milione di tonnellate di scorie presenti nella discarica a mare. A Crotone c’è il dubbio che Eni rewind voglia prendere tempo in attesa dell’entrata in vigore della normativa che impone di smaltire i veleni nei territori degli stati dove sono stati prodotti. Questo dubbio è stato anche sollevato dai consiglieri comunali Igino Pingitore e Salvo Riga. La nuova normatività entrerà in vigore il prossimo anno. Se così sarà Eni Rewind potrà dire che aveva l’intenzione di onorare la richiesta di trasportare fuori dalla Calabria i veleni, ma la normativa europea lo impedisce. Sono passati così cinque lunghi anni a discutere della non esistenza di impianti per accogliere i veleni e la scoperta della loro esistenza potrebbe essere alquanto tardiva. (redazione@corrierecal.it)

Il Corriere della Calabria è anche su WhatsApp. Basta cliccare qui per iscriverti al canale ed essere sempre aggiornato  

Argomenti
Categorie collegate

x

x