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Cosenza, il tentato rapimento di Sofia, il ruolo di Moses e il passato da indagare di Vespa

Il coniuge «è sembrato sorpreso ma è da valutare». La donna «ha provato a dare giustificazioni» dopo «aver strappato la bimba alla madre»

Pubblicato il: 22/01/2025 – 17:40
di Fabio Benincasa
Cosenza, il tentato rapimento di Sofia, il ruolo di Moses e il passato da indagare di Vespa

COSENZA Ignaro, complice o attivo partecipe. Se da una parte, il ruolo di Rosa Vespa pare abbastanza definito dall’altra parte quello di suo marito Aqua Moses è tutto da chiarire. I due sono coinvolti nel rapimento della piccola Sofia Cavoto, neonata cosentina poi ritrovata il 21 gennaio a Cosenza, dopo che la coppia l’aveva portata via dalla clinica Sacro Cuore. Dal racconto fornito, in conferenza stampa, dal capo della squadra mobile di Cosenza Gabriele Presti e dall’ispettore di polizia Claudio Sole emergono dettagli interessanti relativi alla posizione dell’uomo. Al momento del blitz, in casa della coppia a Castrolibero, l’uomo è parso sorpreso dalla presenza delle forze dell’ordine. «Se parliamo degli ospiti – ha spiegato Sole – erano del tutto ignari. Ma è sembrato ignaro anche lo stesso coniuge, ma questo sarà da valutare». Quando si parla di ospiti il riferimento è evidentemente ai parenti della coppia, invitati per festeggiare la nascita di un bambino, completamente allo scuro del piano diabolico messo a punto e sventato solo grazie al tempestivo intervento delle forze dell’ordine.
Su Aqua Moses, la posizione di Presti è chiara: «Sarà oggetto degli approfondimenti di indagine. Diciamo che tutte le persone che erano dentro quella casa erano scosse. Dobbiamo anche mettere in conto che ognuno di noi reagisce in maniera diversa. C’è chi lo fa propalando delle scuse, delle motivazioni o altre giustificazioni e chi si chiude nel silenzio. Capite bene che a prescindere da tutto era una situazione difficile, l’atmosfera è stata segnata da un’ondata di gelo ed è cambiata in maniera repentina».



La reazione di Rosa Vespa

Decisamente diversa la reazione di Rosa Vespa che – secondo il racconto di Presti – ha «provato a dare delle giustificazioni che in qualche maniera erano afferente ai motivi, alle ragioni recondite per cui ha commesso il gesto. E’ il tentativo di trovare qualcosa che potesse dare una lettura più umana a quanto accaduto. E’ stata strappata la bimba ad una madre». C’è un altro passaggio che il capo della mobile di Cosenza rimarca più volte, al nostro microfono, e riguarda proprio il rapimento della piccola Sofia. «La coppia aveva prefigurato l’arrivo di un bambino di sesso maschile». Ma è sul passato dell’indagata che si concentreranno le indagini. «Stiamo cercando di appurare tutti gli ultimi eventi». L’obiettivo è scoprire cosa sia realmente successo nella coppia, e cosa li abbia spinti a tentare un rapimento. (f.benincasa@corrierecal.it)



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