LAMEZIA TERME «Io da sindaco ho cercato in tutti i modi una soluzione, ho presentato diverse proposte, tutte convenienti dal mio punto di vista». Così Biagio Faragalli, primo cittadino di Montalto Uffugo, sul caso del Banco Alimentare della Calabria, che rischia di essere “sfrattato” dalla sede dell’ex Comac sita nel comune cosentino, problematica che ha portato alla sospensione del servizio. Un argomento delicato, dato il lavoro sociale fondamentale svolto dall’associazione diretta dal presidente Gianni Romeo, su quale hanno preso posizioni diversi esponenti della società civile, tra cui il vescovo di Cosenza monsignor Giovanni Checchinato. Ospite di In Primo Piano, la rubrica diretta da Danilo Monteleone e in onda alle 14:40 su L’altro Corriere Tv, canale 75 del digitale terrestre, il sindaco Faragalli approfondisce la vicenda, sottolineando l’importanza sociale del Banco e la volontà di mantenerlo sul territorio di Montalto. È di ieri, intanto, la notizia che la società proprietaria del bene in cui è ospitato ha disposto una proroga fino al 28 febbraio, in attesa di trovare la soluzione al problema.
Soluzione su cui ha lavorato anche il sindaco Faragalli, promuovendo incontri tra la società proprietaria della struttura, il Banco e il Comune. «A novembre la nuova società ha versato le somme per acquisire il bene. Durante gli incontri abbiamo proposto diverse opportunità» spiega il primo cittadino. Tra queste quella di «rimanere all’interno dello stabile riguardando la posizione economica e partecipando anche noi con una quota importante del 50%, che tradotto in euro oscilla tra i 50 e i 60 mila euro come compensazione IMU all’anno». Una lavoro arrivato anche alle fasi contrattuali, ma poi «è saltato l’accordo perché c’erano dei vincoli all’interno della procedura su cui bisognava andare avanti, ma non sono stati più discussi e si è deciso di non valutare più la proposta. Onestamente – chiarisce il sindaco – io pensavo di aver chiuso il cerchio».
Non l’unica proposta presa in considerazione, ma si era anche valutata «l’idea di utilizzare degli spazi sempre all’interno del Comac, sempre con le stesse somme e percentuali distribuiti da ente e Banco alimentare, perché c’è una struttura adiacente con ingresso diverso che avrebbe garantito distribuzione e dispensazione». Dal Comune anche l’offerta di «mettere a disposizione dei capannoni di nostra proprietà, dove oggi c’è la scuola e la sede di Fincalabra. Lì abbiamo spazi per 1600 metri e 1300 metri, avevamo detto loro di usufruire di questa struttura gratuitamente. Una parte erano già stati messi a disposizione del Banco per la distribuzione. Si poteva anche pensare di mettere dei soppalchi considerando che sono capannoni alti, se la richiesta di superficie del Banco era di 300 metri quadrati, probabilmente quello da 16000 con i soppalchi avrebbe potuto soddisfare le loro esigenze». Dagli incontri era emersa anche un’altra idea, ovvero quella di «realizzare all’interno del Comac a spese della proprietà un capannone adiacente a un’area che sarebbe stata resa fruibile con una tensostruttura esterna. Avevamo anche pensato, in un discorso futuro, di dare noi come ente un terreno al Banco alimentare per realizzare una struttura definitiva sul modello del Banco alimentare di Salerno». Diverse, dunque, le proposte sul tavolo, con le istituzioni politiche che, riconoscendo l’importanza e il lavoro dell’associazione, si rendono disponibili ad aiutare. «Io e l’amministrazione comunale – conclude Faragalli – siamo sicuramente disponibili a trovare una soluzione condivisa da tutti». (redazione@corrierecal.it)
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