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la storia dimenticata

Matteo Marani, il calcio per «parlare ai giovani» e la storia di Arpad Weisz per allenare la memoria

Il giornalista e presidente della Serie C presenta a Cosenza il libro sull’allenatore ebreo «vittima dello sterminio di Auschwitz»

Pubblicato il: 27/01/2025 – 12:42
Matteo Marani, il calcio per «parlare ai giovani» e la storia di Arpad Weisz per allenare la memoria

COSENZA Un grande giornalista come Enzo Biagi «conosceva in maniera superficiale la storia di storia di Arpad Weisz», allenatore ebreo di successo nell’Italia fascista. Nonostante i trionfi, «aveva vinto più di tutti nell’epoca d’oro del pallone, gli anni Venti e Trenta», di lui si perderanno le tracce. Diventerà un fantasma. Matteo Marani, giornalista e presidente della Serie C, arriva a Cosenza: ospite della Fondazione Giacomo Mancini, per raccontare i dettagli del suo libro “Dallo scudetto ad Auschwitz. La storia di Arpad Weisz, allenatore ebreo“. 
«Una storia travolgente. Dopo tre anni di ricerca, oggi sono contento che questo racconto sia diventato di tutti, come era giusto che fosse, come meritava ovviamente quest’uomo, quest’allenatore e tutta la sua famiglia». Insieme ad Arpad Weisz, c’era ovviamente sua moglie e c’erano due figli «purtroppo sterminati ad Auschwitz».

Il dovere di tenere allenata la memoria

Gli studenti del liceo Classico B.Telesio di Cosenza ascoltano con attenzione l’autore. «Abbiamo tutti il dovere, il compito e l’obbligo di tenere allenata la memoria». Nelle vesti di presidente di Serie C, Marani ha lanciato una lodevole iniziativa. «Sui nostri campi doneremo un libro di Primo Levi “Se questo è un uomo” e lo daremo agli allenatori per ricordare che cosa è stata Auschwitz».

La caccia ad un fantasma

Come sottolinea l’autore, ai nostri microfoni, le ricerche sono state corpose e assai difficili. «Mi trovavo nelle ricerche da solo e mi appariva incredibile che una storia così grande – ricordiamo che era allenatore dell’Inter che aveva vinto lo scudetto nel 1930, vincitore di tre scudetti in Italia – fosse finita nell’oblio». Per Marani, «il calcio è un veicolo straordinario, unico, soprattutto per parlare ai giovani, perché ha una forza sociale veramente unica». Quel che è accaduto non deve essere dimenticato. «E’ successo una volta e si può ripetere, ecco perché è importante allenare la memoria, gli unici anticorpi sono la conoscenza e il sapere». (f.b.)

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