Santoro come Prodi sul Cpt in Albania: «Ma non si poteva fare in Calabria?» – VIDEO
A “Lo stato delle cose” di Massimo Giletti, il giornalista riaccende il caso riproponendo lo stesso interrogativo dell’ex premier

LAMEZIA TERME «Ma non si poteva fare in Calabria? Dovevamo per forza andare in Albania?». Ci risiamo. Dopo le dichiarazioni dell’ex premier Romano Prodi tocca al giornalista Michele Santoro riaccendere il caso sul “Cpt della discordia” in Albania e che si incrocia ormai con la nostra regione in una sorta di polemica circolare che non pare avere fine. L’ex membro del parlamento europeo e storico giornalista Rai è intervenuto nel corso della trasmissione di Massimo Giletti “Lo Stato delle Cose” nel suo spazio “La versione di Santoro”, criticando l’iniziativa del Governo Meloni e il rimpatrio forzato dei migranti fino al centro realizzato in Albania.
Il Cpt in Albania e il rimpatrio dei migranti
Anche nell’ultima circostanza, però, tutti i 43 richiedenti asilo rinchiusi nel centro di Gjader, 35 del Bangladesh e 8 dell’Egitto, sono tornati liberi dopo la decisione della Corte d’appello di Roma dopo che il governo aveva sottratto la competenza alla sezione romana specializzata in immigrazione, che il 18 ottobre e l’11 novembre dell’anno scorso aveva deciso nello stesso modo. È in questo scenario che si inseriscono le considerazioni polemiche di Michele Santoro che fanno il paio con quelle di Romano Prodi di qualche giorno prima.
«Dovevamo andare a spendere i soldi in Albania? Non potevamo spenderli in Calabria?» si chiede mentre discute con Giletti. Difficile non pensare alle considerazioni dell’esponente del Pd che, a Tv2000, aveva parlato della possibilità di aprire il Cpt in Calabria e non in Albania. Affermazioni che nei giorni scorsi avevano scatenato una reazione veemente del centrodestra calabrese, da Minasi a Mancuso e Riccio della Lega, ma anche quelle di Luca Sbardella, deputato di Fratelli d’Italia.
Sulla vicenda era intervenuta sul Corriere della Calabria anche Lucia Serino. «Le parole di Prodi sono preoccupanti perché significano che della Calabria ti ricordi per rattoppare un’emergenza senza affrontarla – scriveva solo qualche giorno fa – che tanto qui nessuno dice niente, puoi fare tutti gli sforzi che vuoi in questa benedetta regione – vanno bene, non vanno bene, questo è un altro discorso – ma rimani inchiodato all’idea nascosta che tanto sei nato storto e storto devi rimanere». E le considerazioni di Michele Santoro non fanno altro che avvalorare questa teoria. (Gi.Cu.)
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