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Violenza sulle donne, chiude a Cosenza il centro “Roberta Lanzino”. Le attiviste: «Sgomento e indignazione»

Dopo l’avvio (senza preavviso) di lavori di ristrutturazione nello stabile di proprietà della Regione Calabria, sede del CAV da 12 anni

Pubblicato il: 08/02/2025 – 15:51
Violenza sulle donne, chiude a Cosenza il centro “Roberta Lanzino”. Le attiviste: «Sgomento e indignazione»

COSENZA «Con sgomento e profonda indignazione denunciamo la chiusura improvvisa del Centro Antiviolenza, causata dall’avvio senza alcun preavviso di lavori di ristrutturazione nello stabile di proprietà della Regione Calabria che ci ospita da dodici anni». È quanto fa sapere, in una nota, il Centro Antiviolenza “Roberta Lanzino” di Cosenza, intitolato alla studentessa diciannovenne di Rende, violentata e uccisa sulla strada di Falconara Albanese il 26 luglio 1988.
L’interruzione forzata delle attività – denunciano le attiviste del Centro -, decisa «senza alcuna comunicazione ufficiale», è «un atto di grave negligenza che mette a rischio il supporto essenziale fornito a donne in situazione di pericolo».
«Il nostro Centro – prosegue la nota – rappresenta un punto di riferimento vitale per vittime di violenza, offrendo ascolto, protezione e percorsi di autonomia. Essere costrette a interrompere questo servizio dall’oggi al domani significa lasciare sole le numerose donne che si affidano a noi per sottrarsi a situazioni di abuso».
Per le 16 di oggi, 8 febbraio, il Cav. “R. Lanzino” ha indetto una conferenza stampa nella sede di via Ernesto Fagiani n.17, a Cosenza, per comunicare ulteriori dettagli in merito all’improvvisa chiusura del Centro Antiviolenza. 

Il Pd: «Decisione inaccettabile, il governo trovi una soluzione»

Il gruppo del Pd in Consiglio regionale esprime profonda preoccupazione e indignazione per la chiusura improvvisa del Centro Antiviolenza Lanzino, un punto di riferimento fondamentale per le donne vittime di violenza. «La decisione di interrompere le attività del centro, che opera da dodici anni all’interno di una struttura di proprietà della Regione Calabria, è un atto che non possiamo accettare – spiegano i consiglieri dem –. Il Centro Antiviolenza Lanzino ha offerto supporto e protezione a numerose donne in situazioni di pericolo, garantendo loro ascolto, sostegno psicologico e percorsi di autonomia. L’interruzione forzata dei servizi, causata dall’avvio senza preavviso di lavori di ristrutturazione nello stabile, creerebbe ulteriori difficoltà per molte donne che, proprio in un momento di grande vulnerabilità, si troverebbero senza il supporto essenziale fornito da questa struttura».
«Ci chiediamo come sia stato possibile arrivare a questo punto – chiedono i consiglieri del gruppo del Pd –, che compromette ulteriormente la sicurezza di chi è già vittima di violenza, sia stata decisa senza alcuna comunicazione ufficiale, né soluzione alternativa. La Regione Calabria, che ospita il centro, deve prendersi la responsabilità di risolvere immediatamente questa situazione. È impensabile che la dignità delle donne possano essere messe in discussione a causa di un’incuria amministrativa. Lanciamo, dunque, un appello al presidente della Regione, Roberto Occhiuto, chiedendo che venga trovato con urgenza una soluzione per consentire la riapertura del Centro Antiviolenza Lanzino e garantire la continuità del supporto alle donne vittime di violenza».

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