ROMA In aula ad ascoltare la discussione davanti alla seconda sezione penale della Suprema Corte di Cassazione, questa mattina, c’era anche Mimmo Lucano, europarlamentare e sindaco di Riace coinvolto nell’inchiesta “Xenia” della Procura di Locri per presunti illeciti legati alla gestione dell’accoglienza dei migranti a Riace. Al centro della discussione il ricorso presentato dalla Procura generale di Reggio Calabria contro la sentenza della Corte d’Appello che ha ridotto da 13 anni e due mesi a un anno e sei mesi di reclusione la condanna che era stata inflitta in primo grado dal Tribunale di Locri a Lucano. Nel processo di secondo grado Lucano è stato assolto da tutti i reati per i quali era stato condannato in primo grado dal Tribunale, ad eccezione di un singolo episodio di presunto falso. Per la condanna che gli è stata comminata in appello, 18 mesi di reclusione con pena sospesa, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, suoi difensori, hanno presentato anche loro ricorso in Cassazione.
La Procura nel suo ricorso parla di punti valutati non adeguatamente e di responsabilità penali di Lucano e di altre 12 persone assolte in Appello.
Il ricorso della Procura generale è incentrato sulle intercettazioni che sono state giudicate inutilizzabili dalla Corte d’Appello di Reggio Calabria. In aula l’accusa ha sottolineato che «c’erano tutti i presupposti per disporre le intercettazioni. Sono valide e pienamente utilizzabili». Il procuratore generale ha chiesto un appello bis in relazione alle intercettazioni in merito all’ipotesi di truffa e il rigetto del ricorso su altri due punti.
Per la difesa il ricorso della Procura di Reggio Calabria “deve essere considerato inammissibile”. In particolare l’avvocato di Lucano, Andrea Daqua, ha parlato dell’inammissibilità del ricorso per genericità e infondatezza nel merito” nel caso delle intercettazioni. Inoltre il legale di Lucano ha chiesto ai giudici l’accoglimento del ricorso presentato dal sindaco di Riace. “Attendiamo la sentenza”, ha detto il legale ai nostri microfoni. (m.ripolo@corrierecal.it)
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