Edgardo Greco può tornare “libero”, la Corte d’appello di Lione esamina il ricorso dell’avvocato
Condannato all’ergastolo, l’ex latitante cosentino è detenuto dopo l’arresto nel 2023. Due anni dopo potrebbe lasciare il carcere

COSENZA Una storia da film. D’altro canto, come ammesso dall’avvocato di Lione David Metaxas, il colosso Netflix avrebbe immaginato un documentario sulla vita e la vicenda giudiziaria di Edgardo Greco. Accusato di appartenere alla ‘ndrangheta cosentina, è stato condannato all’ergastolo in Italia nel 2006 per un duplice omicidio, ma è sfuggito alla cattura. La latitanza è finita 17 anni dopo: il 2 febbraio 2023, quando i carabinieri insieme alle autorità francesi lo hanno arrestato a Saint-Etienne, dove lavorava in una pizzeria sotto falso nome.
La nuova identità
Si faceva chiamare Paolo Dimitrio. Lontano dalla Calabria è riuscito a mimetizzarsi ed a costruirsi una nuova identità. Gestiva il “Caffè Rossini Ristorante“, un locale con cucina tipica italiana. Nel menù abbondavano i prodotti freschi e rigorosamente made in Italy: la pasta, i dolci e il pane. Poi arriva la crisi ed a novembre 2021 è costretto ad abbassare la saracinesca. Sposato e con due figli, Greco – in Francia conosciuto come “Rocco” – viveva lontano dalla sua famiglia (residente in Austria) e grazie al suo ottimo francese è riuscito, in poco tempo, ad ottenere un lavoro in uno dei ristoranti più importanti di Sant’Etienne.
Una vita normale, almeno fino all’arrivo delle forze dell’ordine che lo hanno rintracciato ed arrestato. Una straordinaria intuizione dei carabinieri del comando provinciale di Cosenza, bravi a rintracciare il fuggitivo non perdendo mai le speranze in quella che si era trasformata in una caccia ad un fantasma.
La cattura e le successive rivelazioni sulla reale identità di Edgardo Greco hanno lasciato sgomenti tutti, anche il proprietario del locale “L’Agorà” dove il cosentino aveva trovato lavoro come chef. Ancora oggi, l’imprenditore si dice incredulo e ricorda sul quotidiano L’Actu il bel rapporto instaurato dal calabrese con lo staff e con i clienti. Il classico bravo ragazzo, quello che sorride sempre e non ti aspetti possa avere alle spalle un passato torbido addirittura segnato dal legame con la ‘ndrangheta: la più potente organizzazione criminale al mondo.

Chi è Edgardo Greco
Edgardo Greco, dicevamo, è stato condannato all’ergastolo per il duplice omicidio di Stefano Bartolomeo e Giuseppe Bartolomeo commesso a Cosenza il 5 gennaio 1991 e per il tentato omicidio di Emiliano Mosciaro avvenuto sempre a Cosenza il 21 luglio 1991. Gli agguati rientrano nel lungo elenco dei fatti di sangue della guerra di mafia fra le cosche “Pino-Sena e “Perna-Pranno”, che ha insanguinato il territorio cosentino nei primi anni ’90. Greco non ci sta e dalla Francia rilascia interviste e si professa innocente. «Ero presente nel posto sbagliato al momento sbagliato», confessa al quotidiano locale Actu Saint-Etienne attraverso il suo avvocato. «Non ho ucciso quelle persone», ribadisce Greco che spera di lasciarsi definitivamente alle spalle il suo passato. «Pensavo che sarei stato dimenticato, forse ho creduto ingenuamente alla prescrizione o al diritto all’oblio», ma poi ricorda aver avuto «legami di amicizia con certi membri della ‘ndrangheta» ma di essere «l’ultima ruota del carro».

La vicenda giudiziaria e il ritorno in libertà
Veniamo alle novità sulla intricata vicenda giudiziaria di Edgardo Greco. Dopo una serie di colpi di scena, all’inizio del 2024 i tribunali francesi danno il via libera al suo rimpatrio in Italia, ma manca il decreto del Primo Ministro. Nel frattempo, il suo avvocato si muove per tentare di ridare la libertà al suo assistito. La Corte d’appello di Lione si pronuncia e respinge il ricorso. «Una misura di controllo giudiziario o di arresti domiciliari sotto sorveglianza elettronica sarebbe del tutto insufficiente a prevenire il rischio di latitanza menzionato, dal momento che Edgardo Greco si oppone alla sua estradizione e si è sottratto alle sue responsabilità penali vivendo per diversi decenni sotto falsa identità», motivano i giudici. Si arriva ad oggi, 20 febbraio 2025.

Greco è ancora detenuto e il suo avvocato continua a lavorare per porre fine al regime carcerario. Nella giornata odierna, la Camera d’inchiesta della Corte d’appello di Lione esaminerà una nuova richiesta di scarcerazione. E’ ancora il quotidiano francese Actu ad ospitare un commento di David Metaxas. «Non c’è motivo di trattenerlo in detenzione. Ricordo che durante tutta la sua permanenza in Francia, quasi vent’anni, ha mantenuto la fedina penale pulita. Disponiamo di un dossier solido che dimostra la sua capacità di reinserimento. A Saint-Etienne ha un vero progetto con un lavoro retribuito, un alloggio, il sostegno di tutta la comunità italiana, alcuni lo visitano in carcere».
Sulla richiesta avanzata, il legale precisa: «Non si tratta di lasciarlo andare in libertà», ma Edgardo Greco potrebbe – questa la speranza della difesa – essere sottoposto all’obbligo di firma. Una misura che «gli consentirebbe di riprendere il suo lavoro». Spetterà ai giudici decidere, le autorità italiane continuano ad attenderlo. (f.benincasa@corrierecal.it)
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