«Grazie Prof. Scambia. Le tue amate pazienti»
Commozione nel sagrato della Chiesa dell’Università Cattolica a Roma per i funerali del luminare calabrese

ROMA Rose bianche con nastro celeste, e la scritta “Grazie Prof. Scambia. Le tue amate pazienti”. Qualcuna di loro si ferma a pregare e non nasconde le lacrime. Per loro il ‘prof’ “c’era sempre a qualunque ora”. A piangere il luminare calabrese pioniere nella lotta ai tumori ginecologici, conosciuto in tutto il mondo sono anche i suoi allievi che hanno deposto sul sagrato della Chiesa Centrale dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, a Roma, una corona di rose e gerbere gialle e anthurium rosse ‘I suoi Specializzandi’. A rendere omaggio al direttore scientifico del Policlinico Gemelli, scomparso prematuramente all’età di 65 anni per un tumore al pancreas lasciando un’eredità di ricerca e impegno nella ginecologia oncologica, anche il Dipartimento di Diagnostica per Immagini e Radioterapia oncologica del Policlinico Universitario A.Gemeli Irccs. Medici, infermieri e operatori sanitari del reparto hanno scelto rose e gerbere rosse. Ai lati del sagrato due banchetti per i libri delle firme. Allestito anche un maxi schermo all’esterno. Tra i primi ad arrivare amici, familiari, pazienti, allievi, colleghi e dipendenti del Gemelli, dove Scambia – dopo la laurea a pieni voti nel 1983 all’Università Cattolica, con specializzazione in Ginecologia e ostetricia, aveva lavorato fino all’ultimo. Sono state centinaia le persone all’interno e all’esterno della chiesa centrale dell’Università Cattolica di Roma che hanno assistito al funerale del professore Giovanni Scambia. Tra le autorità civili, militari e accademiche anche il ministro della Salute, Orazio Schillaci, il ministro della Difesa, Guido Crosetto, il presidente della Regione, Francesco Rocca. E ancora gli ex ministri dell’Economia, Giovanni Tria, e della Salute, Beatrice Lorenzin e Francesco De Lorenzo. Decine le corone di fiori posizionate sul sagrato della chiesa accanto a un maxischermo, omaggi floreali, tra rose, gerbere e lilium, da parte di specializzandi, reparti ospedalieri, uffici, pazienti, artisti. E ancora dal capo della polizia, dal presidente della Regione.
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