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il tributo

Vent’anni fa la morte di Nicola Calipari: la commemorazione alla Camera e il film con Santamaria

La vedova Rosa Villecco in tv da Fazio: scelse il soprannome Nibbio in riferimento al rapace che vola in Aspromonte, terra di sequestri

Pubblicato il: 02/03/2025 – 21:16
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Vent’anni fa la morte di Nicola Calipari: la commemorazione alla Camera e il film con Santamaria

ROMA Nella giornata di mercoledì 5 marzo, al termine dell’informativa urgente del governo, nell’aula di Montecitorio avrà luogo la commemorazione di Nicola Calipari. Un passaggio che inaugurerà idealmente un lungo momento di ricordo e tributo per l’agente reggino morto a 52 anni il 4 marzo 2005 mentre si recava in macchina all’aeroporto di Baghdad, nelle fasi immediatamente successive alla liberazione della giornalista Giuliana Sgrena, inviata del quotidiano il manifesto.
Dal giorno seguente, giovedì 6 marzo, nei cinema arriverà il film “Il Nibbio” con Claudio Santamaria nei suoi panni (il Corriere della Calabria ve ne ha già parlato un mese fa qui): nel corso di una intervista andata in onda stasera su Nove nella trasmissione di Fabio Fazio “Che tempo che fa”, la vedova di Calipari, Rosa Villecco, ha tra le altre cose svelato il motivo dietro al nome di servizio che il marito scelse per la sua attività di intelligence e che torna adesso nel titolo del film di Alessandro Tonda: il nibbio è un uccello dell’Aspromonte, in passato zona di sequestri, e il suo volo agile, veloce e leggero voleva essere un riferimento al metodo investigativo di quello che Francesco Cossiga – ha raccontato la stessa Villecco a Fazio – definiva «non un poliziotto muscolare ma un investigatore», appunto. Che veniva dalle indagini in cui unire i puntini collegando nomi, fatti e contesti.
«Ho pensato che Nicola meritasse una mia battaglia. Ci volevo provare. Qualcuno – ha affermato ancora Rosa Villecco – mi disse “vuoi fare la guerra agli Stati Uniti? Sei pazza!”. Io non volevo fare la guerra a nessuno. Io volevo capire le dinamiche che hanno portato a quella situazione. Nicola era una persona molto attenta, prudente, di grande esperienza, non era la prima negoziazione o primo sequestro, non era la prima persona che liberava. Perché era successo? Nicola non aveva cattivi rapporti con gli americani…».

Morire da eroe

Morire da eroe a Baghdad, colpito da ‘fuoco amico’ americano al termine di una rischiosissima operazione per la liberazione di Giuliana Sgrena, la giornalista del ‘Manifesto’ rapita in Iraq: è il destino toccato in sorte venti anni fa a Nicola Calipari, funzionario di Polizia in servizio al Sismi specializzato in ‘missioni impossibili’. Aveva infatti già condotto la trattativa che portò al rilascio di Simona Torretta e Simona Pari, a loro volta rapite in Iraq e liberate grazie alla mediazione dei nostri 007. E’ la sera del 4 marzo del 2005: l’autovettura, una Toyota Corolla, sulla quale viaggiano Nicola Calipari, un altro agente dell’intelligence e Giuliana Sgrena si dirige verso l’aeroporto di Baghdad. La trattativa con i sequestratori è andata a buon fine, la giornalista italiana è stata liberata e ora si tratta solo di predisporre il volo di rientro in Italia. All’improvviso, la tragedia: una pattuglia militare della guardia nazionale statunitense è in servizio di vigilanza sulla ‘route Irish’, la strada che collega il centro di Baghdad con l’aeroporto. Il posto di blocco è stato approntato in previsione del passaggio di un convoglio con a bordo l’ambasciatore americano. Arriva la macchina con a bordo Calipari e finisce sotto il fuoco dei soldati Usa: lo 007 italiano muore sotto i colpi dei militari, Giuliana Sgrena rimane ferita. La carriera in Polizia di Nicola Calipari era iniziata nel 1979 alla questura di Genova, e poi era proseguita alla Squadra mobile di Cosenza. Prima del trasferimento al Sismi Nicola Calipari aveva lavorato alla Questura di Roma, in un primo momento alla sezione narcotici e poi come vice capo della Squadra Mobile. Successivamente Calipari era stato impegnato nella Criminalpol, allo Sco (Servizio centrale operativo) della Polizia di Stato e all’ufficio immigrazione del ministero dell’Interno. Nell’agosto del 2002 il passaggio al Sismi. (redazione@corrierecal.it)

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