CATANZARO Il processo a carico di Adriana Toman, Antonio Sicoli, Pasquale Giorgio Piraino, Marco Silani, Gianclaudio Festa, Dario Borruto, Angela Rotella si è concluso, oggi, dinanzi al Tribunale di Catanzaro con l’assoluzione di tutti gli imputati, e per alcuni fatti, con la dichiarazione di prescrizione. In relazione al primo capo di imputazione, sono stati assolti con la formula piena Toman, Tallarico e Sicoli. Le accuse mosse, a vario titoli agli imputati, erano di turbata libertà degli incanti e turbata libertà di scelta del contraente relativi agli affidamenti di contributi per la cultura che avevano riguardato sia il Centro per l’Arte “Achille Capizzano” di Rende che alcune compagnie teatrali. I fatti contestati risalgono al 2017.
Del collegio difensivo fanno parte gli avvocati Marcello Manna, Massimo Petrone, Sergio Rotundo, Carlo Morace, Maria Leonardo ed Anna Vatrano.
Sonia Tallarico, il 14 febbraio 2025, è stata assolta in Cassazione a seguito di processo celebrato con rito abbreviato, in relazione alle accuse riferite al Capo A. Per il Capo B è sopraggiunta la prescrizione.
Le accuse contestate agli imputati riguardavano una presunta turbata libertà degli incanti – con riguardo all’assegnazione del contributo per la realizzazione di iniziative culturali, da finanziare nell’anno 2016, nell’ambito della selezione indetta dal dipartimento regionale “Turismo e beni culturali, istruzione e cultura” – e turbata libertà del procedimento di scelta del contraente, con riguardo all’affidamento, da parte del dipartimento regionale “turismo e beni culturali, istruzione e cultura”, nell’anno 2017, di contributi gravanti sul fondo unico cultura.
Adriana Toman, era accusata di entrambi i reati che secondo l’accusa sarebbero stati commessi «sfruttando la posizione goduta in seno alla Regione Calabria per essere la compagna del presidente della Regione Gerardo Mario Oliverio». Toman, in concorso con altri due soggetti, avrebbe turbato il procedimento per l’affidamento di contributi gravanti sul Fondo unico cultura, eludendo l’affidamento dei fondi tramite avviso pubblico. Sempre secondo l’accusa, ad usufruire di 20mila euro, somma direttamente affidata, sarebbe stato il Centro per l’arte e la cultura “Achille Capizzano”. (f.b.)
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