RENDE A Lamezia unità su Doris Lo Moro, a Rende rottura su Sandro Principe, con la sinistra che si dissocia anche dal candidato (civico) lanciato dal Pd e gradito anche a Marcello Manna. La trama rendese è un unicum su cui, chi si appassiona (ancora) alla politica, sta discettando da settimane: si tratta di un rebus che giocoforza a un certo punto dovrà essere risolto, visto che il 25 aprile saranno presentate le liste.
Il primo dato politico è che tra fughe in avanti socialiste e Aventino AVS-5 Stelle, oltre-Campagnano è fallito il campo largo, lo stesso che – non senza fatiche – si sperimenta nel più importante centro calabrese chiamato al voto a fine maggio, oltre che in qualche comune minore.
A Rende a puntare i piedi su entrambi i candidati a sindaco dell’area centrosinistra (Principe e Giovanni Bilotti) sono stati i 5 Stelle e Alleanza Verdi Sinistra: stamattina, a margine di una iniziativa in Cgil sul referendum dell’8 e 9 giugno, il segretario regionale di Sinistra Italiana, Fernando Pignataro, ha usato toni tutt’altro che concilianti nei confronti del partito più importante della coalizione: «A Rende c’è una situazione complicata, secondo me resa ancora più complicata dal fatto che non c’è stata la volontà di tutti di perseguire un’idea di coalizione progressista che potesse esprimere contemporaneamente un progetto di rinnovamento sia dal punto di vista delle persone che dal punto di vista delle politiche. Noi – ha aggiunto Pignataro – non disperiamo e continuiamo a lavorarci». Con chi? La risposta scontata è: con i 5 Stelle, tanto più che – spiega Pignataro – «il Pd deve fare dei passi indietro rispetto a candidature che non abbiamo ritenuto potessero essere un cambiamento ma guardassero un po’ indietro. Sicuramente con i 5 Stelle, con cui abbiamo fatto un patto progressista per la Calabria, e pensiamo di continuare a portarlo avanti nel tavolo della coalizione progressista più complessiva. Ci sono dirigenti di Sinistra Italiana che si candideranno però con principio: non ci sono dirigenti di Sinistra Italiana che si candidano con Principe se SI e AVS parteciperanno ufficialmente alla competizione».
Sulla stessa linea Maria Pia Funaro, ex Pd che un anno fa ha incassato in AVS un risultato invidiabile alle Europee: «Noi già da mesi stiamo lavorando a un fronte progressista, quindi ad una caratterizzazione anche di una candidatura a sinistra progressista. Abbiamo interloquito con tutte, con le forze politiche, partitiche e con le parti che fanno politica nel territorio rendese. Troveremo una sintesi a stretto giro». La “sintesi” potrebbe essere ad horas trovata su Rossella Gallo, attivista del M5S.
Masochismo e tafazzismo della sinistra tornano a essere una efficace sintesi della fase, a fronte di un centrodestra che – al netto delle dietrologie che vorrebbero alcuni spezzoni al lavoro su Bilotti più che su Marco Ghionna – sta già viaggiando compatto con il suo candidato, già in tour così come lo sfidante più giovane in campo: «Dialogo plurale e aperto a tutte le forze politiche e civiche» ripete Giovanni Bilotti rendendo sempre meno “partitica” la sua investitura, «bisogna confrontarsi, dialogare costantemente, condividere. Un dialogo a più voci è sicuramente più efficace, anche in termini di legalità, di un soliloquio».
Il tutto mentre dall’area socialista – che si prepara venerdì mattina al secondo bagno di folla a sostegno della candidatura di Principe nel fortino dell’hotel San Francesco – arriva l’invito fanta-politico che Luigi Incarnato rivolge ai dem: convergere sullo stesso Principe. Di fatto, essendo la proposta poco meno che irricevibile benché politicamente legittima, è come sancire la spaccatura nella colazione di centrosinistra, tanto più in ottica Regionali. Pensare di poter convergere tra un anno sul ticket Caruso-Incarnato dopo il precedente separatista rendese significa vivere nel mondo delle favole. (euf)
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