Elezioni Rende, il candidato a sindaco Bilotti: «Responsabilità, non personalismi. E’ tempo di futuro»
L’affondo del candidato sindaco del Pd. «La legge Severino campeggia come una spada di Damocle su certa parte di candidati»

RENDE «La legge Severino, oltre a presagire un nuovo processo, campeggia come una spada di Damocle su certa parte di candidati e sarebbe esecrabile, nonché inopportuno, eludere quella che è la realtà dei fatti: significherebbe di nuovo porre Rende sotto la lente di ingrandimento.
Rende avrebbe bisogno di tracciare una linea e ripartire mettendo da parte egoismi e personalismi che sicuramente non aiutano a rasserenare una comunità. Ci saremo aspettati un simile atteggiamento da chi oggi parla di storia e paradossalmente anche di futuro. Davvero si pensa che i cittadini, gli elettori non siano stanchi di tutto ciò e rimangano ancorati ad una vera e propria sudditanza?». E’ quanto sostiene, in una nota, Giovanni Bilotti, ingegnere con un lungo impegno nell’associazionismo e nel volontariato, candidato sindaco di Rende indicato dal Pd.
«Da più parti mi si accusa di essere “figlio di”: vorrei ricordare a chi lo fa strumentalmente – per nascondere un modello di governo padronale e di condizionamenti vari- che Rende ha bisogno di futuro e di slanci di generosità e di forte innovazione nei metodi negli uomini e negli atteggiamenti.
Mi verrebbe da ridere nel momento in cui mi si accusa di essere sempre figlio di… e poi nelle proprie liste si trovano vice sindaco assessori e consiglieri figli di quel trasversalismo a cui oggi qualcuno fa riferimento con disprezzo!
E non ho nemmeno problemi a dire che questa città mostra limiti e debolezza da più di 20 anni per errori e commissariamenti vari», aggiunge.
«Nonostante la mia giovane età, che è forza e non difetto, sono determinato a dare alla città una forza dal basso, scevra da personalismi e incensamenti anacronistici.
La nostra forza è quella di essere ancorati alla realtà, vivere il nostro tempo da imprenditori, cittadine e cittadini che hanno deciso di rimettere al centro la propria Città.
Lo facciamo a partire da una parola chiave: responsabilità.
Quella che sentiamo verso chi ci ha preceduto e verso chi verrà dopo di noi.
Vogliamo una Rende policentrica, che restituisca dignità a ogni quartiere, a ogni contrada superando il concetto di periferia e riconnettere le persone: è da qui che deve iniziare il cambiamento». (redazione@corrierecal.it)