Cosenza, abitazioni «supermarket della droga». Due condanne – NOMI
Due anche le assoluzioni decise dal giudice Alfredo Cosenza. La procura bruzia aveva contestato 64 episodi di spaccio

COSENZA Il giudice dell’udienza preliminare del tribunale di Cosenza, Alfredo Cosenza, ha emesso la sentenza nei confronti degli imputati nel procedimento scaturito dall’inchiesta denominata “Romeo e Giulietta“. Nel corso di indagini incentrate su una serie di intercettazioni telefoniche ed ambientali disposte dalla Procura della Repubblica di Cosenza, i carabinieri del Nucleo Operativo di Rende – grazie alle captazioni sul conto di uomo rivelatosi un assiduo consumatore di cocaina, assieme alla compagna di quel periodo – avevano ricostruito «plurimi episodi di spaccio di cocaina e marijuana di cui gli arrestati si sarebbero resi protagonisti, a vario titolo, tra febbraio 2020 e maggio 2021».
Le condanne e le assoluzioni
Sandro Maestro (condannato ad 1 anno) – riconosciuto il vincolo della continuazione con una precedente sentenza definitiva: difeso dall’avvocato Antonio Quintieri.
Francesco Sirianni (condannato a 3 anni)
Assolti Maria De Ruvo (difesa dall’avvocata Roberta Amendola) e Roberto Perla (difeso dall’avvocata Angela Caputo) perché «il fatto non sussiste». Per quest’ultimo, il pm aveva chiesto la condanna, mentre il gup non ha ritenuto sufficienti gli indizi di colpevolezza decidendo per l’assoluzione.
L’indagine
I carabinieri della compagnia di Rende – con il supporto del Nucleo Cinofili di Vibo Valentia e dei Carabinieri del Comando Provinciale di Cosenza – hanno portato a termine una operazione con la quale ritenevano la sussistente presenza di un gruppo dedito allo spaccio di sostanze stupefacenti nel centro abitato di Cosenza e nei comuni dell’hinterland bruzio.
Nella maggior parte degli episodi ricostruiti, uno degli indagati avrebbe «incaricato la compagna di recarsi dai pusher ad acquistare le dosi di cocaina necessarie a soddisfare il loro fabbisogno personale» e durante il tragitto compiuto per raggiungere l’abitazione dello spacciatore, la donna teneva acceso il cellulare affinché il compagno – essendo diffidente – potesse ascoltare in diretta le fasi della compravendita e sincerarsi così della corrispondenza tra il denaro pagato e peso della sostanza ordinata.
La donna sarebbe stata costretta ad una maggiore attesa per acquistare la sostanza stupefacente, perché presso l’abitazione dei pusher cosentini – trasformate in veri e propri «supermarket della droga» – vi erano altri assuntori giunti prima.
In una occasione, un soggetto (all’epoca sottoposto agli arresti domiciliari) attendeva la consegna della cocaina ordinata, in attesa sotto la finestra come “Romeo e Giulietta” (da qui il nome convenzionale dell’operazione).
In totale sono stati 64 gli episodi di spaccio contestati. (f.benincasa@corrierecal.it)
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