Il miracolo di Pietro

Negli Atti degli apostoli, che stiamo meditando in questi giorni, si narra di un episodio davvero straordinario: Pietro e Giovanni salivano al tempio e lì di solito veniva portato un uomo, storpio fin dalla nascita, a chiedere l’elemosina a coloro che entravano. Quest’uomo ,vedendo Pietro e Giovanni che stavano per entrare, domandò loro l’elemosina. Allora Pietro fissò lo sguardo su di lui insieme a Giovanni e disse: «Guarda verso di noi. Ed egli si volse verso di loro, aspettandosi di ricevere qualche cosa. Ma Pietro gli disse: «Non possiedo né argento né oro, ma quello che ho te lo do: nel nome di Gesù Cristo, il Nazareno,cammina!». E, presolo per la mano destra, lo sollevò. Di colpo i suoi piedi e le caviglie si rinvigorirono e balzato in piedi camminava; ed entrò con loro nel tempio camminando, saltando e lodando Dio.

Questo, in sintesi il fatto realmente accaduto per quanto ci tramandano i testi e ritenuto il primo miracolo di Pietro. Oggi ho ascoltato in televisione l’omelia del Cardinale Re e mi ha colpito quell’ultimo richiamo al testamento spirituale, vergato nel 2022 dal Pontefice improvvisamente scomparso: «La sofferenza che si è fatta presente nell’ultima parte della mia vita l’ho offerta al Signore per la pace nel mondo e la fratellanza tra i popoli”.
Insieme alla preferenza per i poveri, la ricerca incessante della pace è stata sicuramente la cifra di questo pontificato. Ma, a ben vedere, Pietro cosa poteva offrire alla nostra umanità storpiata dalla guerra e dalla distruzione se non l’unica cosa che aveva: Cristo. E credo che questo abbia fatto ottenendo, col dono della sua vita interamente “nascosta con Cristo in Dio», la pace per la «martoriata Ucraina». Non dobbiamo quindi stupirci se in San Pietro, nel tempio della Cristianità, sia avvenuto oggi un “miracolo di Pietro”, perché ciò è accaduto attraverso il dono di Cristo e mediante la preghiera del successore del Principe degli Apostoli. Vedrete che il terribile conflitto che ha sterminato tante vite umane, cesserà fra breve raddrizzando le gambe di questa nostra umanità dolente. Perché per mezzo dell’offerta delle nostre sofferenze nulla potremmo ottenere, ma unendole a quelle di Cristo Nostro Signore, senza poter contare su nessun altro se non su di Lui, tutto è possibile.

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